ph carlozanzi
Ieri sera in Galleria Ghiggini a Varese, mentre si accendeva il grande albero natalizio di piazza Monte Grappa, si 'accendevano' i riflettori anche sulla prima raccolta di racconti di Andrea Fazioli, 'Succede sempre qualcosa' (Casagrande editore). Introdotto dalla gallerista Eileen Ghiggini, pungolato dal giornalista e scrittore Mario Chiodetti, Fazioli, quarantenne romanziere ticinese di belle speranze e già consolidato successo (almeno per ciò che riguarda i romanzi noir, si veda l'ultimo 'Gli svizzeri muoiono felici', edito da Guanda) ha parlato della sua raccolta di racconti, 36 racconti brevi, distribuiti lungo un anno, mesi introdotti da un racconto ambientato in una piccola piazza di Bellinzona. Racconti di generi vari, scritti per lo più negli ultimi anni, ma qualcuno anche più datato. Perché Fazioli non è solo romanziere.
"Ho sempre scritto anche racconti" ha confessato ieri. "Il racconto permette di sperimentare generi diversi, nel mio caso mi permette di mettermi a nudo, cosa che in un romanzo è più sfumata."
Racconti brevi, poche pagine, di generi diversi, l'attualità della vita di una piccola piazza con i suoi personaggi abitudinari ma anche racconti legati alla giovinezza, altri di pura invenzione. Domande sul senso della vita e della morte, sulla finalità dello scrivere, molte citazioni, anche poetiche.
"Ho volutamente lasciato da parte, qui, Elia Contini e il racconto poliziesco...Credo nel racconto breve, anche se meno amato dai lettori rispetto al romanzo. Credo che il Premio Chiara sia davvero un'iniziativa interessante per promuovere il racconto..."
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