giovedì 27 gennaio 2022

Festa du ra Giobia e Poeta Bosino

 






Giovedì 27 gennaio 2022, tradizionale Festa du ra Giöbia ma il Covid ancora impedisce alla Famiglia Bosina, per il secondo anno, di festeggiarla con la cena, con i balli, con l’allegria. Grazie al giornale online Varesenoi e al suo direttore Andrea Confalonieri è stato possibile almeno vivere una versione televisiva della festa di dònn varesina, antesignana di San Valentino e dell’8 marzo. Ecco allora le immagini, che hanno permesso ai varesini di entrare nella sede della Bosina in via Speroni dove, ad attenderli, vi erano il regiù Luca Broggini, il suo vice Giuseppe Micalizzi, Mario Zeni, Marco Dal Fior, Marco Broggini ed Elena Zoja. Dopo i saluti del regiù, Lidia Munaretti e Antonio Borgato (i veri mattatori della serata, e vedremo il perché) hanno illustrato con abbondanza di particolari e citazioni dialettali il significato della festa du ra Giöbia, un appuntamento che la città di Varese tende a dimenticare (non tutte le pasticcerie, ad esempio, avevano in vetrina il dolce a forma di cuore) ma che grazie alla nostra Famiglia torna ogni anno di attualità.

E’ poi toccato a Marco Broggini, segretario del premio Poeta Bosino, illustrare in sintesi la storia di questo concorso poetico in dialetto, nato dieci anni dopo la fondazione della Famiglia Bosina, e cioè nel 1966. Un premio poetico che da allora ha sempre camminato a braccetto con la Festa du ra Giöbia. 25 i poeti partecipanti (un lieve aumento rispetto ai numeri degli ultimi anni), 48 le poesie in gara, questa la classifica.

 

Primo classificato  Poeta Bosino 2021

 

Antonio Borgato

 

con la poesia

 

Anca par ti

 

con la seguente motivazione: “Il componimento è ben strutturato e organizzato su tre quartine ritmate e musicali e utilizza un dialetto ricercato, con particolare attenzione alla disposizione degli accenti, nel cogliere un momento particolare di meditazione e riflessione sul destino dell’uomo, cercando di dare un segno di speranza, una piccola luce per tutti dentro il buio della notte che ci avvolge.

 

Anca par ti

 

Scüür d'inciòstar intùrna, dumà 'na finèstra inlüminàda:

l'è un lüm piscinìn, 'na candìra pizzàda in sül scòss.

La lüsìss tremurént e la riéss mia a sciarì i umbrìi du la nòcc,

ma la sa véd, 'mè 'n fàru in màar, fìna da inscì tant luntàn.

 

Chi l'è che l'avrà pizzàda e quàal sarà ul sò parchè?

Fórzi la cumpàgna i uraziun par chi l'è pü a sto mund;

fórzi l'è 'n ségn da sperànza parchè ga sia salüüt e pàas;

fórzi l'è 'n invìid a turnà a cà par chi l'è nài o l'è sperdüü.

 

Quàal che 'l sia 'l sentimént, 'l desidéri, la paüra l'è no impurtànt.

Déntar ul tò cör gh'è sèmpar 'na quài sperànza, 'n tripilamént:

l'è assée 'n lüüm piscinìn, tremurént, in la nòcc pussée scüra,

te 'l vàrdet ben e te podet réndas cünt ca l'è pizz anca par ti.

 

 

 

Anche per te

Buio d'inchiostro intorno, solamente una finestra illuminata:

è un piccolo lume, una candela accesa sul davanzale.

Brilla tremolante e non riesce a svelare le ombre della notte,

ma si vede, come un faro in mare, persino da così tanto lontano.

Chi l'avrà accesa e per quale motivo?

Forse accompagna una preghiera per chi non c'è più;

forse è un segno di speranza perché ci sia salute e pace;

forse è un invito a tornare a casa per chi se n'è andato o è disperso.

Quale sia il sentimento, il desiderio, la paura non è importante.

Dentro al tuo cuore c'è sempre una speranza, un'agitazione:

è sufficiente un lume piccino, tremolante, nella notte più scura,

lo guardi bene e ti accorgi che è acceso anche per te.

 

 

Secondo classificato

 

Carlo Piccinelli

 

con la poesia

 

Prima ca riva nott

 

con la seguente motivazione: “La poesia riflette pessimisticamente sul senso della vita umana, con la sua caducità e le sue ferite che si accumulano nel tempo ma invita comunque alla fine a sorridere e se possibile a lasciar correre sui tanti problemi che affliggono il cuore dell’uomo. La profondità del messaggio si accompagna poi all’utilizzo di un dialetto che usa termini ricercati e inusuali.

 

Prima ca riva nòtt                                                            Prima che giunga notte

 

Su àar da parpài vugàn via i ùr,                                      Su ali di farfalla volano le ore,

un bòff da vènt e sa cambia direzion;                           un soffio di vento e si cambia direzione;

i  medesìn cumedàn i dulùr,                                            le medicine leniscono i dolori,                             

ma sòtt a ra scèndra nìsan i quèstion.                           ma sotto alla cenere dormono i problemi.

 

Ra gloria da ier l’è péna svapuràva,                                La gloria di ieri è appena evaporata,

i danée a quéll’ora là varéran nagòtt;                            il denaro all’ora fatale varrà nulla;

na scurléra sul cor la scund na ferìva:                            una smagliatura sul cuore cela una ferita:

rid e lassà cùur prima ca riva nòtt!                                 sorridi e lascia correre prima che giunga notte!

 

 

Terzo classificato

Lidia Enrica Munaretti

con la poesia

Distraziun…in utubar

 

con la seguente motivazione: “Il componimento delinea un quadretto autunnale in cui la natura partecipa della vita dell’uomo in maniera giocosa e positiva, utilizzando un dialetto vivace e ricco di riferimenti all’allegria, al colore, all’infanzia, alla leggerezza, fino ai due versi finali in cui emerge il tipico elemento umoristico a interrompere improvvisamente la situazione idilliaca delineata nei versi precedenti.

 

distraziùn… IN utùbar

 

Crìan i föj sécch sóta i mè pass ligér,

’n sù tevidìn ‘l ma scalda i penséer.

Sü ’n fò quasi biótt rampega ’n nisciulìn

’n gatt al pisòca in sül mür dul giardìn.

 

Sa scürtan i giurnàa, ma che bèi culùur!

L’aütünn al pitüra i sò caplaùur,

i a fà sü in d’un véel tant ‘mè ‘na spùsa,

da rimirà  bianca e maestùsa.

 

Vùus da fiö ca giügan pién de légrìa;

setàa in sü ‘na banchéta, a l’umbrìa,

dó dònn ciciaràn; ’n cagnö ‘l cùrr in sül pràa,

da ‘na finèstra ’n càntich passiunàa.

 

E mi camìni dàsi in sü sto santée

in mèzz a risciö, castégn e rüedée.

Ho ciapàa sü ’n scarpüsc… ma pògi al bastùn:

varda indùa ta métat i pée, ma dabùn!

 

 

 

DISTRAZIONE… IN OTTOBRE

 

Scricchiolano le foglie secche sotto i miei passi leggeri,

un sole tiepido mi scalda i pensieri:

Su un faggio quasi spoglio si arrampica uno scoiattolo,

un gatto sonnecchia sul muro del giardino.

 

Si accorciano le giornate, ma che bei colori!

L’autunno dipinge i suoi capolavori,

li avvolge in un velo come una sposa,

da ammirare bianca e maestosa.

 

Voci di bambini che giocano pieni di allegria;

sedute su una panchina, all’ombra,

due donne chiacchierano; un cagnolino corre sul prato,

da una finestra un cantico appassionato.

 

E io cammino adagio su questo sentiero

in mezzo a ricci, castagne e roveti.

Sono inciampata… mi appoggio al bastone:

guarda dove metti i piedi, ma davvero!

 

 

Come anticipato, Lidia e Antonio, grandi mattatori della serata, moglie e marito premiati entrambi. La serata si è conclusa con le parole del regiù, che ha presentato (Covid permettendo) i successivi momenti che vedranno la Famiglia Bosina impegnata nella sua ‘missione’: mantenere viva la bosinità.

 

 

 

 

 


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