martedì 4 gennaio 2022

L'ultimo saluto a Cris


 

Chiarisco subito: quello in foto non è Cris (Cristofero Regalbuto) ma sono io. Purtroppo non ho foto di Cris, e in seguito si capirà perché ho postato questa. 

Stamani la chiesa parrocchiale di Malnate ha ospitato i funerali di Cris, 53 anni, marito di Simona, segretaria storica del Consultorio La Casa di Varese. Simona la conosco abbastanza bene, ci si vede spesso, è stata anche segretaria al settimanale 'Luce' quando lavoravo lì. Cris l'ho visto qualche volta, un paio di cene ma soprattutto...quando si ha una passione comune, basta una sola uscita insieme per cementare un ricordo. E allora ecco il perché della foto, scattata proprio da Cris. Sono circa le 10.30 di domenica 30 aprile 2006. Io e Cris eravamo a Borca di Cadore, avevamo accompagnato le nostre mogli ad un Convegno, mi ero unito al gruppo perché mi era stata data la possibilità di un giro in mtb...e così Cris, che da poco si era innamorato della bici. Sabato 29 aprile una pioggia cattiva, altro che giro in bici. Nella notte la pioggia è diventata neve, al mattino sole. Alle 9.50 eravamo in sella, direzione Cortina e passo Giau. Più si saliva, più si alzava il livello della neve. Gli ultimi chilometri uno spettacolo: era da poco passato lo spazzaneve, in giro nessuno, solo noi.

La vita regala simili gioie ma misteriosamente poi sceglie qualcuno per farlo soffrire più di altri. Così è stato per Cris, anni di sofferenza e la morte prematura. Inutile domandarsi perché...inutile cercare un senso...è così e basta....se si conserva un po' di fede nella Vita Eterna questo può consolare.

Tanti, stamani, hanno pregato per Cris, per la sua famiglia, per chi gli voleva bene e quindi oggi soffre più di altri. Per parte mia lo ringrazio per quella foto (fra l'altro è la prima che ho postato sul mio blog, primo post nel 2007), per la compagnia che mi ha tenuto quella domenica, per il passaggio in auto sino a Borca, per il suo portabici. Abbiamo pedalato e faticato insieme, su, nella neve e nel sole, verso il passo Giau. Poche parole. Più che altro contemplazione.  

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