Non sono un tipo molto coraggioso. Ho scritto il mio ultimo romanzo ‘La
strada per le stelle’ anche per farmi un po’ di coraggio. Sono un po’
coraggioso nei pensieri. Ad esempio: i più di fronte al pensiero della morte giustamente
scappano, non ha senso perdere tempo pensando alla morte, bisogna vivere,
pensare alla morte mette solo tristezza, favorisce la depressione. Quindi la
gente scappa, io resto un po’ di più. Ad esempio ieri sul far del tramonto
scendevo dal Sacro Monte a piedi e pensavo alla morte, e più precisamente ad un
distacco che va preparato. Direte: non serve a nulla prepararsi, sarà comunque
drammatico, quindi...E’ vero...ma io ci pensavo lo stesso. Chi è fortunato come
me (ha una buona pensione, una buona salute, nessun obbligo stringente, nessun
impegno inderogabile…), chi ha i miei privilegi può anche permettersi il lusso
di prendere le cose con distacco, come a dire: il mio l’ho fatto, sì, posso
fare ancora qualcosa, come no, però l’essenziale è fatto, il compito principale
è stato svolto, ora mi posso riposare e cominciare ad allontanarmi dalle
persone e dalle cose, come un saluto che si prolunga, non un arrivederci o un
addio lanciato quasi di corsa, col fiatone.
in foto: le verdi praterie di Manitù
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