mercoledì 21 dicembre 2022

Il racconto di Simone

 


Non c'è Natale senza il racconto di Simone....eccolo


ESSE MAIUSCOLA

di Simone Mambrini






Ogni anno, verso la fine di agosto, il Piermarini e il Vanzetta sparivano, in

pratica, dalla circolazione. Proprietari delle due grandi ville poste “agli antilopi” del

paese (come diceva l'ubriaco comunale quando era quasi sobrio), utilizzavano ogni

momento libero per la progettazione degli addobbi natalizi dei rispettivi giardini.

La faccenda era iniziata per caso molti anni prima, quando uno dei due aveva

iniziato a mettere un presepe in giardino. Dal momento che tra i due, fin

dall'adolescenza, si era instaurata una grande competitività, l'altro l'anno successivo si

sentì in dovere di fare lo stesso; ovviamente per sentirsi dire che era migliore del

primo.

Nel paese la cosa inizialmente fu presa sul ridere, e il parroco in fondo ne era

contento, tanto che si recava personalmente a benedire le due opere nel pomeriggio di

Santo Stefano. Ma col passare degli anni, la furia competitiva di entrambi prese il

sopravvento, fino al punto di iniziare la progettazione mesi prima. Le povere mogli

dei due avevano il divieto assoluto di parlare del progetto e dello stato dei lavori, e

trascorrevano settimane molto pesanti, con i rispettivi mariti tesi e concentrati “a

fargliela vedere, a quello là”.

Se uno dei due avesse messo un lago coi pesci rossi, l'altro l'anno dopo uno più

grande, con le trote. Una collina? L'altro una montagna, e l'anno dopo la funivia, gli

sciatori.

E via discorrendo, anzi ingrandendo.

Il parroco, visto l'andazzo, sospese le benedizioni con una scusa, e si limitava

ad osservare: ogni anno attendeva la prima serata propizia (cioè con il tempo

peggiore possibile) e usciva sul tardi, per dare un'occhiata. L'unico rischio, in quelle

occasioni era incrociare uno dei due, che approfittava della situazione per sbirciare il

lavoro dell'altro. Se ne andava sempre, poi, scrollando il capo, pensando di non essere

visto.

In realtà gli artisti erano sempre all'erta, per controllare quanta gente sarebbe

passata a vedere il proprio lavoro, quanto si fermavano ecc. Per poter concludere che

era stato sicuramente un successo, e più gradito dell'altro, non considerando che in

pratica tutta la gente del paese si recava da entrambi. Ma anche per controllare se la

creazione avesse bisogno di qualche intervento. A causa della “crescita”, infatti,

capitava sempre più spesso che nel periodo di esposizione si rendesse necessario


cambiare una lampadina, incollare qualche pezzo che con la pioggia si fosse staccato

ecc.

Così una sera, mentre il Piermarini stava sistemando i cavi della famosa

funivia, e non poteva essere visto dalla strada, ascoltò il dialogo tra un bimbo e la

madre, che stavano guardando il presepe. La madre, tutta contenta, mostrava al figlio

ciò che c'era di nuovo, e si sentì domandare: “Mamma, ma Gegiubambino si è

naccotto?”.

Dopo un attimo di smarrimento, perché non riusciva nemmeno lei a trovare

dove fosse la capanna con la stella cometa, risolse la questione: “Eh sai, non è ancora

la Vigilia, non l'ha ancora messa”. Ma il bambino non era mica tanto convinto...

Il Natale successivo si presentò in grande stile: dai primi di dicembre attacco' a

nevicare come si deve, e il paese fu presto sommerso dal manto in modo consistente.

L'atmosfera era propizia, ma il Vanzetta non era contento: “Con questa maledetta

neve la gente viene e si ferma pochissimo.” pensava “Vengono tutti come sempre ma

scappano via subito. E sì che quest'anno mi sono superato: ho messo pure i grattacieli

di Milano”.

E si preparò per la missione segreta: fece il giro largo, dove le luci dei lampioni

erano più rare e fioche, avvicinandosi alla villa del Piermarini. A un tratto dovette

però nascondersi: c'era gente, nonostante nevicasse ancora. Nascosto dietro a un

cespuglio, rosicava: cosa diavolo aveva messo di nuovo, perché si fermassero così a

lungo?

Finalmente si liberò il campo, e poté avvicinarsi. Il giardino era buio, eccetto

un punto, ben visibile: capanna, stella, Maria, Giuseppe, asino e bue. E il Bambino,

sorridente. Si trovò a pensare che non lo aveva mai visto sorridere così, e a leggere un

cartello che il Piermarini aveva apposto sul cancello: “Forse sarete delusi, più

probabilmente sorpresi, amici. Mi sono accorto che stavo festeggiando il signore con

la esse minuscola. Maiuscolo, però, è chi è capace di farsi piccolo, non trovate?”

Quella volta il vecchio parroco non scrollo' il capo, e decise di celebrare la

messa di Santo Stefano nel giardino del Piermarini. Presente tutto il paese.

Anche il Vanzetta.

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