Sebbene solo per metà cerimonia, ero presente anch'io questo pomeriggio ai funerali di Ovidio Cazzola nella chiesa di Biumo Infferiore, morto a 91 anni, architetto serio, preparato, amante della sua città, cioè Varese, e della comunità. E mi piace immaginarlo sognatore, anche se la sua indole rigorosa, poca propensa al sorriso (almeno in pubblico), il suo essere uno studioso magari non lasciava trasparire questo suo lato. E poi l'ho frequentato troppo poco per dare giudizi. Ho conosciuto Ovidio soprattutto fra il 1993 e il 1997, essendo lui consigliere comunale a Palazzo Estense ed io giornalista che faceva cronaca del Consiglio comunale. Ho quindi potuto notare tutti i suoi pregi. Poi ci siamo visti molto meno, ci si incontrava agli eventi della vita culturale varesina, era assiduo e propositivo. Ci siamo visti anche alla presentazione del suo libro, qualche anno fa. Ho scoperto, grazie all'omelia di don Carlo, oggi ai funerali, che Ovidio negli ultimi anni aveva approfondito l'argomento delle diverse religioni, pare avesse in animo di realizzare un progetto diciamo interreligioso. Progettava, disegnava, si appassionava e sognava...ad esempio il restauro del Castello di Belforte, raccogliendo l'eredità fra gli altri di mio zio, l'architetto Bruno Ravasi, del quale Cazzola certamente aveva stima.
Ciao Ovidio. Hai lavorato sino alla fine, hai amato Varese sino alla fine, hai mantenuto la fede sino alla fine, vorrei seguire il tuo esempio.
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