E bravo Sergio di Siero, che ci regala un romanzo ben scritto e ben
condotto. Vorrei scrivere che ALLORA è un libro adatto a tutti, e così è, ma
direi che troverà lettori attenti e contenti soprattutto fra gli over
cinquanta-sessanta, cioè in chi è arrivato al tempo dei ricordi e ben
volentieri ama ripercorrere i suoi anni memorabili, gli anni più belli (vedi il
recente film di Muccino). E uno scrittore ha una carta in più, cioè ha il
piacere-compito-imperativo morale di lasciare per iscritto tali ricordi, nella
speranza-illusione che possano durare e incontrare occhi corrispondenti. Ampia
premessa per dire che di Siero, scrittore toscano-napoletano-varesino,
narratore apolide che si trova bene ovunque e non bene dappertutto, immagina
questa cronaca di un uomo nato agli inizi degli anni Cinquanta che ripercorre i
suoi ritorni giovanili, durante il tempo dell’estate (sino alla scadenza del
primo di ottobre, inizio delle scuole) nel paese natio, borgo toscano dalle
parti delle colline dell’aretino. Lunghe estati lontano dai genitori, in
compagnia di parenti, di amici, di personaggi caratteristici del luogo. Si
parte dalla fine degli anni Cinquanta e poi ci si inoltra nei gloriosi anni
Sessanta, quelli dello scoppio economico. La storia alterna cronache di paese a
eventi di portata nazionale e anche più, che hanno caratterizzato quel periodo.
E allora abbiamo tutta la sequenza: il dopoguerra, l’abbandono progressivo
delle campagne e dei monti, l’urbanizzazione, la Dc pigliatutto di Amintore
Fanfani (che è di quelle parti), e poi (molto bella) l’alluvione di Firenze con
l’io narrante che si rimbocca le maniche e, adolescente, vive in diretta quel
dramma e quella grande solidarietà. E c’è dentro la ribellione, i jeans, le
minigonne, i figli dei fiori, i capelloni, le proteste, la voglia di nuovo, il
fumo nelle sue svariate modalità, il confronto fra il vecchio mondo
conservatore (zia Piera, la ‘Giovane Italia’…), la voglia di cambiamento
(Vittoria…), le amicizie (soprattutto con Aldo), i primi amori, il primo
sesso...insomma, tutto il corollario della giovinezza, così unica e così
sprecata. Velocemente si passa poi alla contemporaneità, al tempo dell’ultimo
ritorno al natio borgo selvaggio, con le pagine finali in prosa poetica, mentre
il testo in generale è di facile lettura, diremmo quasi giornalistico,
paragrafi brevi, periodi brevi, una facilità in più per il lettore.
La storia, come è giusto che sia, non dà consigli, non offre certezze,
non regala ricette, non prende posizione, a parte l’insistita critica verso la
modernità che regala oggetti di consumo e illusioni, ma non valorizza ciò
che stato. E per protesta l’autore mette
nero su bianco il suo pensiero, uno sguardo disilluso ma insieme incantato,
dove la poesia è pazzia.
ALLORA (AGC edizioni) è un
romanzo tutto sommato breve ma intenso, riassunto dal testo in quarta di
copertina: ‘...i sassi, traditi da una società che non ha saputo
considerarne il valore, diventano ruderi. Non solo a causa dello scorrere
inesorabile del tempo e dell’ineluttabile bisogno di emancipazione, ma anche
per la miopia e gli interessi di chi ha gestito il bene comune privilegiando
tutt’altro e lasciando che il mondo di ALLORA inevitabilmente sia andato
perduto.’
Sergio di Siero ha scritto racconti sul quotidiano La Provincia e il
mensile Living. Ha pubblicato: I segni sui muri, Lontano, Parlami della tua
ombra, Come le nuvole, Che sia neve.
Come ogni scrittore, ama il dialogo con il lettore. Lo si può fare: sergio.disiero@libero.it
Infine: resta il dubbio sulla copertina, una bella foto di Stella
Belfiore. E’ un’alba o un tramonto? Alba se siamo in Adriatico, tramonto se
siamo nel Tirreno...e dato che si parla di Toscana, propendo per un tramonto.
Ma lo si può sempre chiedere all’autore.
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