Stamani, lunedì 26 dicembre, Santo Stefano, sono salito a piedi lungo la rizzàda della Madonna del Monte. Ieri, Natale, non c’era nessuno, oggi tanti viaggiatori (intenti a smaltire il surplus natalizio) e alcuni correvano. Arrivato al Mosè ho assistito a questa scena: tre runner erano già arrivati di corsa e attendevano il quarto. Questi tre erano visibilmente allenati e giovani, il quarto è arrivato arrancando, sbuffando, appesantito dalla salita e dai chili, deciso a non mollare. Mitragliando il cuore a 180 pulsazioni al minuto come minimo questo tale, paonazzo, mentre prendeva fiato con evidente carenza d’ossigeno cercava anche di raccontare la sua avventura podistica. E’ nata in me la seguente preghiera:
Madonna nera del nostro Sacro Monte, veglia sui runner a chiaro rischio
di infarto, che seguono non la legge del Signore ma quella del basta far
fatica, più fatica si fa meglio si sta, basta la buona volontà e si arriva
ovunque; vigila su chi accetta la sfida con falsi amici più giovani e allenati,
e non molla per non sfigurare; proteggi chi non fa test da sforzo, chi non si
allena con gradualità e pretende, chi si illude che gli anni non trascorrano,
chi mangia e beve di tutto tanto poi faccio sport, chi corre sul dolore, chi
prende le medicine, non parliamo di chi si dopa...Insomma, ci siamo capiti. E
naturalmente veglia anche su di me, che non sono pazzo come il tale di
stamattina, che sono prudente e so bene i miei limiti, ma che ho bisogno di un
occhio di riguardo E così sia.
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