Ho scelto una foto volutamente ambigua: la bici va esaltata o buttata giù dal Campo dei Fiori? Dico ciò alla vigilia della tre giorni ciclistica varesina, sabato-domenica e martedì, triduo ciclosportivo che gli organizzatori esaltano (Varese al centro dell'interesse, indotto per il nostro commercio, pubblicità turistica eccetera), mentre i detrattori condannano (traffico in tilt, scuole chiuse, disagi, code eccetera). Molti sanno che amo la bici, comprendo le ragioni degli uni ma anche quelle (sacrosante) degli altri. Io gioco sui due fronti: da un lato grande sportivo che sta seduto sul sellino ore ed ore, dall'altro nonno che dovrà fare il suo turno coi nipoti, l'uno a casa l'altra alla scuola materna, con necessità di spostarsi proprio il martedì delle Tre Valli. Certo, se fossi tranquillo da solo prenderei la bici, andrei al Montello, scatterei foto, poi mi godrei l'arrivo alla tele e magari non capirei gli automobilisti imbizzarriti...e invece li capisco benissimo e probabilmente dovrò mettermi anch'io in coda, come tanti altri.
Come spesso capita nella vita, è difficile conciliare le ragioni degli uni e quelle degli altri, la soluzione perfetta non c'è, chi fa sbaglia, chi non fa sbaglia, ci vorrà senz'altro una gran pazienza.
Comunque la bici che amo io è quella solitaria e silenziosa, ecologica, che non attizza bestemmie, che non incontra auto ma caprioli, scoiattoli, cerbiatti, picchi e, se proprio va male, cinghiali che mi lasciano in pace.
Abbiamo costruito una società schizofrenica. Senza vie di uscita
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