La notte fra il 27 e il
28 settembre del 2008 Alessandro Ballan, classe 1979, da Castelfranco Veneto,
ciclista professionista convocato nella nazionale italiana per i mondiali di
Varese, fece un sogno: vinceva a braccia levate, in solitaria, con uno scatto in
pianura, completata la salita dei Ronchi. E così fu. Lo ha confermato oggi, 15
anni dopo esatti esatti, lo stesso Alex, chiamato a Varese per essere premiato,
dopo quella vittoria che gli ha cambiato la vita. In Conferenza stampa oggi
(insieme a due compagni di avventura di allora, Luca Paolini e Andrea Tonti) ha
detto: “Nella vita i sogni si avverano. Vincere un mondiale non è come avere un
figlio, ma dal punto di vista professionale è il massimo. Uno prima sogna di
diventare professionista, poi di entrare nella nazionale e infine, sogno
massimo, di vincere un Mondiale, che gli permetterà di indossare la maglia iridata
per un anno intero.”
Alessandro ha ancora gli
occhi lucidi e brillanti, ricordando quella strepitosa giornata di settembre,
sole, erano le 17.15 circa quando tagliò il traguardo dell’Ippodromo. E il suo
orologio ora segna le 16.57, quindici anni giusti giusti, lo stesso sole, lo
stesso tepore.
“Varese da quel giorno è
diventata la mia seconda casa” ha ammesso Alex lo scattista, che a circa tre
chilometri dell’arrivo, con 260 km nelle gambe e già numerosi scatti, giunto
che fu in piazza Monte Grappa con il gruppetto dei migliori, sapendo che in
volata era battuto, sapendo che lo stesso Damiano Cunego lo avrebbe battuto, e
così altri, con il 52 come ‘padella’ davanti, partì libero come un soffio di
vento. “Cosa ho provato in quei tre km? Cercavo di rimanere concentrato, di non
voltarmi. Ero stanco, sempre più stanco, sfinito ma ripensavo al sogno. Quando
sono salito sulla rampa che immetteva nell’Ippodromo mi sono voltato, lì ho
capito che avrei potuto vincere, non ho più sentito la fatica, solo gioia.”
Oggi è festa per lui.
Sono le 18, chi vuole fa ancora in tempo a recarsi all’Ippodromo dove, dalle 19
in avanti, premiazioni e cena. Sì, perché la carriera di Alex, eroe veneto-varesino,
dopo il Mondiale è stata in salita. Soprattutto dopo il 2012, rovinosa caduta
in Spagna durante un allenamento, frattura di femore, costole, trauma alla
milza ed altro ancora. Ferite che cambiano la vita (esattamente come la
vittoria al Mondiale), Ballan continuerà per qualche anno poi il ritiro.
Ma il Mondiale resta,
stella luminosa che non muore. “Il mio nome sarà sempre legato a Varese” ha
detto infine con orgoglio. “Sempre.”
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