Molti
autori dialettali hanno tradotto nel nostro bel dialetto testi di altri. Farò
un solo esempio: Natale Gorini, che tradusse a suo tempo il Pinocchio di Carlo
Collodi. Simile impresa ha condotto in porto Marco Danelli detto Mao, gaviratese
classe 1945, tipografo per decenni, appassionato di dialetto scritto da una
trentina d’anni. Dal 2016 fa parte del ‘Cenacolo dei poeti e dei prosatori
dialettali varesini e varesotti’, distinguendosi per la sua verve ironica. Molti
i volumi al suo attivo, compreso quest’ultimo. Titolo: ‘Panzànigh bestiàij…par
rubà ‘n surìs’. Si tratta di un libero adattamento (con traduzione nel nostro
dialetto) di racconti tratti da ‘Favole di animali’ (autori vari) e da ‘La
preghiera della rana’ di Antony De Mello. Protagonisti, quindi, gli animali,
che ben rappresentano vizi e virtù, pregi e difetti degli umani. Il libro è
impreziosito dalla prefazione di Romano Oldrini, noto poeta gaviratese, e dalle
postfazioni di Sergio Bianchi, Giuliano Mangano e Angelo Baroni. Scrive
Oldrini: “…Non solo la lingua italiana, dopo averla sciacquata in Arno, è
diventata tra le più musicali, ma anche il dialetto – e in questo caso il
nostro dialetto – in tema di musicalità regge il confronto. A patto, è ovvio,
che il musicista sappia fare il suo lavoro…”
E
in fatto di musica Mao se ne intende, facendo parte del noto Coro Val Tinella.
Scrive
Mangano nella postazione: “…Gli scritti di Danelli danno valore e rendono giustizia
di un mondo e di un micro cosmo che sembrano sparire definitivamente: il
dialetto da una parte, e le tradizioni dall’altra. E nelle tradizioni includo
non solo abitudini e mestieri di una volta, bensì i racconti favolistici che da
Esopo, a Fedro, a La Fontaine, per citare i più noti, hanno attraversato la
cultura e la letteratura occidentale…”
Meo
ci ha messo il suo mattone, che è di colore azzurrino.
Nessun commento:
Posta un commento