Bruno Franceschetti nasce
nella veneta Minerbe nel ’41: poca voglia di studiare e tanta di lavorare.
Famiglia non certo agiata, vita di paese e a quattrodici anni si trasferisce a
Varese. Un gruppo di amici fa la proposta: “Dai, stasera andiamo in palestra.”
E la palestra si trova all’oratorio di San Vittore, sede della Robur et Fides. “Avevo
quattordici anni” dice oggi Bruno. “Da allora la palestra, la ginnastica sono
state la mia vita.”
E Franceschetti ieri era
a Varese, a presentare il suo primo libro, scritto a ottant’anni e passa,
diario della sua storia ma non solo. “C’è la mia vita ma anche la storia della
ginnastica artistica in Italia.” Bruno è testimone privilegiato di questo
sport. Ginnasta di alto livello, due partecipazioni alle Olimpiadi (Tokyo 1964
e Mexico 1968), poi Vigile del Fuoco, un diploma di geometra meritato studiando
di sera insieme al grande Franco Menichelli, tre anni di Scuola dello Sport a
Roma, i primi passi come allenatore e poi Varese. “Sì” ha raccontato ieri,
commosso e soddisfatto. “Il Coni mi affidò la direzione tecnica del neonato Centro
federale presso la gloriosa Società Varesina di Ginnastica e Scherma. Qui ho
fatto da padre a molti giovani ginnasti, e ad uno in particolare.” E quell’uno è nientepopodimenoche Jury Chechi. Bruno è infatti noto ai non addetti ai
lavori per essere stato l’allenatore del ‘signore degli anelli’, con lui per
vent’anni, dagli esordi dei primi anni Ottanta sino al 2004, quando Jury lasciò
l’attività agonistica a 35 anni, dopo il bronzo alle Olimpiadi di Atene. Jury,
un predestinato, dominatore della specialità degli anelli per anni, oro ad
Atlanta 1996 e oggi personaggio televisivo dalla vivace parlantina e dalla
muscolatura scultorea.
Ma torniamo a Bruno, che
ieri era in compagnia dell’editore, Eleonora Belletti (edizioni Argentodorato) e
di Gunnar Vincenzi, già sindaco di Cantello, presidente della Provincia e per
dieci anni presidente in Varesina. “Bruno è stato un innovatore” ha detto
Vincenzi. “Sempre un passo avanti, e soprattutto disponibile e generoso. Non si
è mai vantato del suo ruolo di allenatore di campioni; tale era la sua passione
per la ginnastica che se c’era da accompagnare i ragazzini sulle pedane, lo
faceva.”
Titolo del libro: ‘Una
vita in equilibrio.” Perché? “Ho sempre cercato l’equilibrio nella mia vita” ha
detto l’autore. “La vita è fatta di vittorie e sconfitte, giorni lieti e giorni
tristi, e la ricerca dell’equilibrio è fondamentale.” Franceschetti ha dovuto
affrontare anche lutti molto pesanti, ma la sua tempra gli ha permesso di
andare sempre avanti, nel rispetto di una profonda serietà, fedele ai valori
fondanti di una esistenza degna di essere condotta in porto. E a ottant’anni si
è trovato anche scrittore. “Non so se posso essere considerato uno scrittore,
un libro però l’ho scritto. Mi sono chiesto se potevo essere ancora utile: questa
mia testimonianza forse darà una mano ad appassionarsi alla ginnastica, allo
sport, alla vita.”
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