Il
30 ottobre del 2012 moriva mio suocero Elio. Aveva 87 anni. Era arrivato a Varese
dalle Marche agli inizi degli anni Sessanta (foto). Infanzia e giovinezza
durissime, povertà, primo di cinque figli, anche l’esperienza delle miniere in
Belgio, e poi, verso la fine della Guerra, mentre lo stavano portando a
lavorare in Germania, una fuga a Bologna, con ritorno a piedi nelle Marche. Negli
anni Sessanta molti non varesini trovavano lavoro alla Macchi, alla BTicino, al
Burrificio Prealpi, alla Conciario Cornelia, alla Ignis e al Calzaturificio di
Varese. Lui lo trovò qui, dai Trolli. E fu la sua fortuna. Uomo silenzioso,
gran lavoratore, preciso nel suo lavoro e nei suoi hobby (soprattutto l’orto),
parsimonioso (aveva sperimentato la fame e la mancanza), se ne è andato dopo
aver molto sofferto, dai 60 anni in avanti, di depressione. Cosa mi ha
insegnato? Fatti e non parole.
Ciao,
Elio.
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