sabato 15 ottobre 2016

La mia scuola - 76


Prima di inoltrarmi nell’anno scolastico 2003-2004, non privo di novità, apro una parentesi. Sino ad ora ho parlato anzitutto delle eccellenze, degli alunni particolarmente dotati per le attività sportive, che hanno tenuto alto il nome della Vidoletti nei Giochi Sportivi Studenteschi. Ma, come già scritto, non è questo l’obiettivo principale della mia materia e del mio lavoro. E tutti gli altri alunni? Che sono la maggioranza? Tutta quella fascia intermedia, quella aurea mediocritas, quei volti che si rischia di non ricordare, che si confondono un po’ tutti? E i cosiddetti imbranati? I sovrappeso, i ragazzi con problemi motori, intimoriti dal movimento, impacciati? Per costoro, la stragrande maggioranza, dirò solo che ho sempre cercato di valorizzare tutti, di far apprezzare il movimento, il piacere e l’utilità del movimento, della pratica sportiva, senza cedere allo ‘sconforto’, dato da risultati mediocri o scadenti. Ho sempre cercato di far apprezzare i miglioramenti rispetto ai livelli di partenza, questo grazie soprattutto all’atletica leggera, a tempi e misure. E qui, su questo terreno, si giudica la validità di un prof. di ginnastica. Ma ora vorrei far cenno in sintesi ad un’altra categoria di alunni, sempre presente: quelli che ‘rompono’, gli iperattivi, i caratteriali, gli anarchici, quelli che, da soli, ti permettono di guadagnare il tuo decoroso stipendio. Alunni che non mancano mai e che ho avuto in abbondanza, nella mia ormai lunga carriera. Potrei fare molti nomi, a cominciare da quel famoso Xamin che, ad Arcisate, all’inizio della mia storia di prof., mi diede una spinta, sfidandomi a viso aperto. Ma, in quanto a nomi, mi limiterò ad alcuni, perché confluirono in abbondanza in una stessa classe, proprio intorno all’inizio del nuovo millennio, rendendomi la vita quasi impossibile. Mi pare fossero del corso G. Erano in quattro: Galboni, Picciché, Sciré e un quarto, mi sfugge il cognome. Ricordo ancora quelle ore come un incubo: il prof. Enrico Gallingani, vicepreside nonché loro prof. di lettere, può agilmente confermare. Ne bloccavi uno, gli altri tre scalpitavano. Ne tenevi a bada un paio, gli altri guizzavano come anguille. Alunni che hanno messo a durissima prova la mia pazienza, la mia professionalità, il mio autocontrollo. Alunni che mi hanno sempre accompagnato, sino al mitico Popo Junior….del quale parlerò a tempo debito.

76-continua 

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