Prima
di inoltrarmi nell’anno scolastico 2003-2004, non privo di novità, apro una
parentesi. Sino ad ora ho parlato anzitutto delle eccellenze, degli alunni
particolarmente dotati per le attività sportive, che hanno tenuto alto il nome
della Vidoletti nei Giochi Sportivi Studenteschi. Ma, come già scritto, non è
questo l’obiettivo principale della mia materia e del mio lavoro. E tutti gli
altri alunni? Che sono la maggioranza? Tutta quella fascia intermedia, quella aurea mediocritas, quei volti che si
rischia di non ricordare, che si confondono un po’ tutti? E i cosiddetti
imbranati? I sovrappeso, i ragazzi con problemi motori, intimoriti dal
movimento, impacciati? Per costoro, la stragrande maggioranza, dirò solo che ho
sempre cercato di valorizzare tutti, di far apprezzare il movimento, il piacere
e l’utilità del movimento, della pratica sportiva, senza cedere allo ‘sconforto’,
dato da risultati mediocri o scadenti. Ho sempre cercato di far apprezzare i
miglioramenti rispetto ai livelli di partenza, questo grazie soprattutto all’atletica
leggera, a tempi e misure. E qui, su questo terreno, si giudica la validità di
un prof. di ginnastica. Ma ora vorrei far cenno in sintesi ad un’altra
categoria di alunni, sempre presente: quelli che ‘rompono’, gli iperattivi, i
caratteriali, gli anarchici, quelli che, da soli, ti permettono di guadagnare
il tuo decoroso stipendio. Alunni che non mancano mai e che ho avuto in
abbondanza, nella mia ormai lunga carriera. Potrei fare molti nomi, a
cominciare da quel famoso Xamin che, ad Arcisate, all’inizio della mia storia
di prof., mi diede una spinta, sfidandomi a viso aperto. Ma, in quanto a nomi,
mi limiterò ad alcuni, perché confluirono in abbondanza in una stessa classe,
proprio intorno all’inizio del nuovo millennio, rendendomi la vita quasi impossibile. Mi pare fossero del corso G. Erano in quattro: Galboni, Picciché, Sciré e un quarto, mi sfugge il cognome.
Ricordo ancora quelle ore come un incubo: il prof. Enrico Gallingani,
vicepreside nonché loro prof. di lettere, può agilmente confermare. Ne bloccavi
uno, gli altri tre scalpitavano. Ne tenevi a bada un paio, gli altri guizzavano
come anguille. Alunni che hanno messo a
durissima prova la mia pazienza, la mia professionalità, il mio autocontrollo.
Alunni che mi hanno sempre accompagnato, sino al mitico Popo Junior….del quale
parlerò a tempo debito.
76-continua
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