Interessante
incontro stasera al Twiggy di Biumo Inferiore, nell’ambito del Premio Chiara.
Incalzato da Andrea Giacometti, il giovane e ben introdotto scrittore Giorgio
Fontana ha risposto con competenza, chiarezza, consapevolezza. Certo, qualche
peccatuccio veniale ce l’ha il baldo giovane: non ama il cinema ed è stato
pochissime volte a Varese, lui, di Caronno Pertusella, estremo sud della
provincia, più vicino a Milano che alla Città Giardino. Fontana è il solo varesotto
(insieme a Marta Morazzoni, di Gallarate) ad aver vinto il Premio Campiello,
viatico che lo rende fra i giovani scrittori più promettenti e seguiti dagli
editori e, glielo auguriamo, anche dai lettori. In particolare Sellerio se lo
coccola, gli ha pubblicato il romanzo vincitrice del Campiello (‘Morte di un
uomo felice’) e questo nuovo ‘Un solo paradiso’, storia d’amore, molto diverso
dal precedente. Perché Fontana non ama “la minestra riscaldata”, va dove lo
porta il cuore. Scrittore rigoroso, che dedica ore ed ore al duro lavoro
solitario di scrittura, con ripetute rivisitazioni (“la prima stesura è una
cosa così, il libro nasce dopo…”), sceneggiatore di Topolino, amante della
musica, dei fumetti, della letteratura, convinto dell’utilità (“solo per la
tecnica, però”) delle scuole di scrittura (lui stesso è un prof), Fontana è da
tenere d’occhio. Le belle speranze ci sono tutte.
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