Sì,
sì, lo sento, sta montando il grande lamento...la grande lagna della ripresa
lavorativa, domattina. Monta già da ora, la triste domenica del villaggio,
incupita dall’obbligo della messa a dimora del presepe e dell’albero,
esacerbata dalla sconfitta della squadra del cuore (nel mio caso, almeno l’Inter
ha vinto!). Lamento che, alle prime luci dell’alba, nel freddo, nella nebbia,
nella neve, diventerà grido universale, soffocato dalla considerazione della
vanità di ogni protesta. Ma non è solo questo che vedo. Vedo il viso arcigno e
accusatorio di chi invita a non lagnarsi, pensando a guai peggiori. Ma ho ben
presente anche il viso allegro di chi è sempre contento, bugiardo fra i
bugiardi, che colora d’ottimismo ciò che benevolo non può essere. Così domani
saremo un solo, triste popolo, mestamento, a capo chino, costretto alla
transumanza del lavoro. Del resto, cammina l’uomo, quando sa bene dove andare:
cioè verso nuove vacanze!
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