martedì 17 gennaio 2017

Poeta Bosino story - 8


E finalmente arriviamo al Poeta Bosino 1994, e dico finalmente perché da questa edizione, festeggiata il giorno della Giobia, ultimo giovedì di gennaio del 1995, il concorso entrerà a far parte delle mie abitudini…e a volte delle mie soddisfazioni. Avevo saputo del concorso Poeta Bosino nel 1993 e avevo partecipato, scrivendo le mie prime poesie dialettali. Era stato da stimolo a cimentarmi nel dialetto, dopo che avevo pubblicato una raccolta di poesie in italiano. Nessun segnale dopo quella mia prima partecipazione. Ma non mollai, ci riprovai l’anno dopo e così, una sera di gennaio, poco prima della Festa du ra Giobia, mi arrivò verso sera una telefonata: era il regiù Augusto Caravati, mi comunicava che ero fra i premiati, invitandomi al Raggio d’Oro per la cena e la premiazione. Così, per la prima volta, conobbi l’ambiente della Famiglia Bosina e del premio Poeta Bosino. A metà della cena, al momento del sorbetto, ecco lo spazio riservato ai poeti. Sedevamo allo stesso tavolo, Edoardo Speroni, che non conoscevo, e il mio collega prof. di ginnastica Franco Passera, che invece conoscevo, ma non nei panni di poeta dialettale. Prima chiamarono proprio lui, terzo, con ‘Ul batel dul Signur’. Poi fu la volta dello Speroni con ‘Cusè vurevan dì’, al che capìi che avevo vinto: Poeta Bosino 1994, con ‘Rusari d’un vècc’: Cala la sira, la ven giò me’l sipari/grisa me’n ratt, curi a sgranà ‘l rusari….Una grande emozione, davvero indimenticabile. Poiché sapevo di non essere un buon lettore in dialetto, chiesi al segretario del Premio, Sandro Branduardi, gentile e dalla voce da attore, di leggerla per me, e così mi accontentò. Per la prima volto vidi il premio riservato ai vincitori, la statuetta del Pin Girometta d’argento, opera del regiù stesso, Augusto Caravati. Qualcuno, durante la premiazione, si sorprese che un ‘giovane’ di 39 anni potesse scrivere una poesia, dai contenuti più consoni ad una persona avanti negli anni, e il sindaco presente, Raimondo Fassa, che mi conosceva, disse che in effetti, pur essendo giovane, avevo pensieri non proprio giovanili. Clemente Maggiora, notabile della Famiglia, grande esperto di Speri della Chiesa Jemoli, mi regalò un libro di Speri, augurandomi, come giovane Poeta Bosino, di continuare su questa strada. Nella foto di quella indimenticabile serata ci sono io, il sindaco Fassa, Maggiora, Caravati e il prevosto Mons. Riccardo Pezzoni. Da allora ho sempre partecipato al Premio, con alterne fortune, e quindi potrò ora farne cronaca, da qui in avanti, con più abbondanza di particolari. Non posso essere certo annoverato fra i più premiati nel concorso, ma credo di esserne, ad ora, il più giovane vincitore.  

8-continua

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