venerdì 27 gennaio 2017

Le braccia aperte di Luca


C’è chi, di fronte a due genitori che hanno visto morire il loro figlio, scappa, rifiuta il pensiero: addentrarsi sarebbe insopportabile. C’è chi non riesce ad allontanarsi all’istante. Qualcuno, come me, deve avvicinarsi, ne sente il bisogno, ma a distanza di sicurezza. Così oggi pomeriggio, basilica di San Vittore, durante i funerali di Luca, ero presente a distanza di sicurezza, come chi si trova davanti ad un incendio e non può andare oltre un certo limite. Alle 15.15 i celebranti sono saliti sull’altare, accompagnati dal canto ‘Se tu m’accogli, Padre Buono’….. “pur nell’angoscia più profonda, quando il nemico assale, se la Tua Grazia mi circonda, non temerò alcun male…” Loredana e Marco, genitori di Luca, credono in Dio: questo potrebbe aiutarli molto, salvarli dalla disperazione. Hanno scelto, come immagine ricordo di loro figlio, Luca con le braccia aperte: non credo che il ragazzo pensasse alla croce, ora quel suo gesto è un segno di vittoria. Il passaggio dalla croce è un obbligo per tutti, non è giusto che avvenga così presto. Quando i celebranti hanno fatto il segno della croce iniziale, per me è stato quello finale: me ne sono andato. Ma il fuoco di Luca mi scalda ancora.   

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