In
quel periodo nacquero alcune poesie (quella che più lo rappresenta è ‘Cruuz’) e
nacque il racconto lungo ‘Vicolo Canonichetta’, oltre ai già citati diari
personali. Scrivevo molto, lo scrivere come terapia. Quando l’ansia si placava,
un senso di straordinario benessere e di vitalità (come chi scappa da un
pericolo imminente e si salva) mi facevano toccare Dio con mano. Oggi che è
tornata in me la quiete (e la quiete ha anche i suoi aspetti negativi) mi chiedo:
‘Ma quel Dio così vicino era davvero Dio che si faceva presente, Padre buono
nel momento del bisogno, nel dolore, oppure era la malattia, la suggestione a
creare questo Dio personale, necessario, incredibilmente vero? Uno stato
alterato della mente (ciò che è reso
possibile anche dai farmaci) può facilitare l’incontro con Dio? Mi inventavo il
mio Dio, oppure era davvero in azione un miracolo?’ Domande che, naturalmente,
non hanno trovato una risposta. Quel periodo del tutto particolare della mia
vita mi lasciò con i soliti dubbi su Dio ma con una sensibilità nuova. Senz’altro
in me caddero alcune barriere, alcune rigidità, alcuni muri difensivi. Crebbe
il mio desiderio di comunicazione, di rapporto, di dialogo. Nel febbraio del
2007 iniziai l’avventura di questo blog.
48-continua
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