Ciò
che ho vissuto dal luglio del 2005 all’estate del 2007 è stato raccolto in due
scritti, ‘Un’ombra di luce’ e ‘Diario: gennaio 2006-luglio 2007’, che forse un
giorno renderò pubblici. Soprattutto nell’autunno-inverno 2005/2006 i miei
equilibri vennero ribaltati, le mie certezze psicologiche messe in discussione,
le mie emozioni (per solito controllate, imbrigliate) si sguinzagliarono,
denudandomi di fronte alla realtà, tanto da sperimentare crisi di ansia molto
profonde, vertici di sofferenza e, insieme, momenti di intensa gioia, quasi di
esaltazione. Eccessi in alto e in basso, un terremoto psicologico che mi
stordì, mi mandò in confusione, mi impaurì e che, naturalmente, coinvolse anche
Dio. Anzi: soprattutto Dio. La Sua presenza salvifica divenne ‘evidente’, ciò
che prima era coincidenza ora era miracolo personale, un Suo messaggio, un Suo
segno per farmi capire che non ero solo in quei momenti. Tutto era dono, e l’attenzione
agli altri –scappando da quel sé che non si comprendeva più- divenne un
imperativo. Ricordo un martedì mattina dell’ottobre 2005, durante una forte
crisi d’ansia: mi buttai fuori casa, se in quel momento mi fossi sdraiato sul
letto, annichilito, forse non ne sarei uscito più. Reagii, dovevo andare al
lavoro a tutti i costi. Arrivato vicino al campanile di S.Ambrogio, le campane
cominciarono a suonare. Nulla di nuovo, erano le 8.15, sempre suonano a quell’ora,
ma io lessi quel suono di bronzo come un chiaro messaggio di Dio, un miracolo per me: Lui
c’era e non mi abbandonava.
47-continua
Nessun commento:
Posta un commento