Dopo
il passaggio ‘traumatico’ oltre la boa dei cinquant’anni, la mia preghiera
divenne più intensa, continua. Mi piace pensare ad una specie di eco costante
nella mia vita. Un bisogno di dialogo con un Dio che non so bene come definire,
un Dio dal volto misterioso. La preghiera del rosario, le Ave Maria sono
diventate pane quotidiano. Ricordo che in quel periodo ero spesso sulla rizzàda
del Sacro Monte, no, non di corsa come ero abituato a fare, o in mtb, ma con
passo lento, una salita nell’ansia e nella paura, la corona del rosario in
mano. Poi finalmente l’ansia che si placava a ritmo con le orazioni, e la
discesa avveniva nella pace. Il ritorno della salute piena, nell’estate del
2007, non risolse certo i miei dubbi su Dio ma mi lasciò dentro -fra le altre
cose- una gran voglia di vivere. Una specie di entusiasmo da dopoguerra, la
convinzione profonda della precarietà e insieme della necessità di ‘approfittare’
di ogni spazio di gioia. Questi sono solo flash, appunti, note di ciò che ho
scritto diffusamente in diari e anche nella mia narrativa, dopo ‘Vicolo Canonichetta’,
e cioè ‘Cicale al carbonio’, molti racconti più o meno lunghi (pubblicati in
Valzer par Varés) e alcune poesie.
49-continua
Nessun commento:
Posta un commento