sabato 25 giugno 2016

Il mio Dio - 47


Ciò che ho vissuto dal luglio del 2005 all’estate del 2007 è stato raccolto in due scritti, ‘Un’ombra di luce’ e ‘Diario: gennaio 2006-luglio 2007’, che forse un giorno renderò pubblici. Soprattutto nell’autunno-inverno 2005/2006 i miei equilibri vennero ribaltati, le mie certezze psicologiche messe in discussione, le mie emozioni (per solito controllate, imbrigliate) si sguinzagliarono, denudandomi di fronte alla realtà, tanto da sperimentare crisi di ansia molto profonde, vertici di sofferenza e, insieme, momenti di intensa gioia, quasi di esaltazione. Eccessi in alto e in basso, un terremoto psicologico che mi stordì, mi mandò in confusione, mi impaurì e che, naturalmente, coinvolse anche Dio. Anzi: soprattutto Dio. La Sua presenza salvifica divenne ‘evidente’, ciò che prima era coincidenza ora era miracolo personale, un Suo messaggio, un Suo segno per farmi capire che non ero solo in quei momenti. Tutto era dono, e l’attenzione agli altri –scappando da quel sé che non si comprendeva più- divenne un imperativo. Ricordo un martedì mattina dell’ottobre 2005, durante una forte crisi d’ansia: mi buttai fuori casa, se in quel momento mi fossi sdraiato sul letto, annichilito, forse non ne sarei uscito più. Reagii, dovevo andare al lavoro a tutti i costi. Arrivato vicino al campanile di S.Ambrogio, le campane cominciarono a suonare. Nulla di nuovo, erano le 8.15, sempre suonano a quell’ora, ma io lessi quel suono di bronzo come un chiaro messaggio di Dio, un miracolo per me: Lui c’era e non mi abbandonava.  

47-continua

  

     


    

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