lunedì 27 giugno 2016

Il mio Dio - 49

                                                                                                 ph carlozanzi



Dopo il passaggio ‘traumatico’ oltre la boa dei cinquant’anni, la mia preghiera divenne più intensa, continua. Mi piace pensare ad una specie di eco costante nella mia vita. Un bisogno di dialogo con un Dio che non so bene come definire, un Dio dal volto misterioso. La preghiera del rosario, le Ave Maria sono diventate pane quotidiano. Ricordo che in quel periodo ero spesso sulla rizzàda del Sacro Monte, no, non di corsa come ero abituato a fare, o in mtb, ma con passo lento, una salita nell’ansia e nella paura, la corona del rosario in mano. Poi finalmente l’ansia che si placava a ritmo con le orazioni, e la discesa avveniva nella pace. Il ritorno della salute piena, nell’estate del 2007, non risolse certo i miei dubbi su Dio ma mi lasciò dentro -fra le altre cose- una gran voglia di vivere. Una specie di entusiasmo da dopoguerra, la convinzione profonda della precarietà e insieme della necessità di ‘approfittare’ di ogni spazio di gioia. Questi sono solo flash, appunti, note di ciò che ho scritto diffusamente in diari e anche nella mia narrativa, dopo ‘Vicolo Canonichetta’, e cioè ‘Cicale al carbonio’, molti racconti più o meno lunghi (pubblicati in Valzer par Varés) e alcune poesie.
     
49-continua

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