martedì 27 marzo 2018

Il parere di Enea



Grazie all'amico Giuliano Mangano (in arte Enea Biumi) per questa bella recensione, apparsa sul suo blog (blog.eneabiumi.com):


Si parla tanto di scuola a tempo pieno ma spesso non ci si rende conto che ogni insegnante è di per sé a tempo pieno. Poi c’è chi lo è formalmente in classe e chi invece lo è anche nei suoi rapporti extrascolastici perché mantiene quello status docendi in toto: con la propria famiglia, con gli amici, con alunni ed ex alunni, con il mondo esterno. L’incontro di sabato pomeriggio (24 marzo) nella sala del Comune di Varese con Carlo Zanzi mi ha confermato in questa opinione. Non solo per la presenza di numerosi amici o per le dichiarazioni di stima da parte del Sindaco, ma per il contenuto stesso della riunione. A partire dal titolo “da papà a tempo pieno a nonno part-time: trent’anni di insuccessi”, e dall’introduzione incentrata sulla parola “sconfitta” commentata attraverso uno scritto di Pasolini. Donde si deduce che lo scopo della vita non è il successo a tutti i costi, il prevaricare gli altri, l’apparire, ma l’essere e la dignità della persona. Così anche l’ultima fatica di Zanzi “Chi si ferma è perduto” rientra in quest’ottica di insegnamento, come sostiene nella bandella lo stesso autore: “un poco ho studiato, un poco ho ascoltato, molto ho imparato leggendo il libro degli anni: qui troverete alcuni frutti”. E che altro è il mestiere di insegnante se non quello di aiutare a cogliere i frutti, quei frutti seminati anno per anno, docenza per docenza, in un interminabile dare e avere in cattedra e al di fuori di essa? Il libro, alla pari della riunione, oltre ad essere la sintesi dell’esperienza dell’autore, esperienza maturata in ambito scolastico (vittorie e sconfitte pari merito, come un atleta), contiene importanti indicazioni su sport e salute. Può essere un paradosso che uno come me antisportivo e antisalutista per eccellenza porti in primo piano il lavoro di Carlo Zanzi incentrato proprio sullo sport e sulla salute. Ma colgo questi due elementi come una metafora del vivere quotidiano. Primo come dedizione totale al mestiere che si è scelti (in questa caso l’insegnamento); secondo come ricerca del piacere e del benessere; terzo come rapporti interpersonali, confronto ed accettazione dell’altro da sé; quarto come momento di riflessione e interiorizzazione dell’esperienza. Ho lasciato il convegno soddisfatto, anche perché tra l’altro ho ascoltato della buona musica, eseguita con bravura e sentimento da Carlo (con la chitarra Martin di Mock) e dai fratelli Guido e Paolo, da Luca, l’Elvis Presley varesino, da Margherita, Alessandro e Guido (The Grapes) e da Erica e Sebastiano.



2 commenti:

  1. COMPLIMENTI, CARISSIMO CARLO..! DA QUESTO COMMENTO, HO DEDOTTO CHE LA PRESENTAZIONE, DE TUO LIBRO E' STATO, UN SUCCESSO, NELLA TRASCRIZIONE DI PASSIONI, OBBY,ED ESPERIENZE DI VITA VISSUTA, UN INSEGNAMENTO, OLTRE LA SCUOLA A 360°... ANCHE NELLA VITA...!! COLGO L'OCCASIONE PER AUGURARE A TE A CARLA L'ANITA, E TUTTO IL RESTO DELLA TRUPPA... UNA DOLCE E SERENA PASQUA....!!!!

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  2. grazie caro giovanni..sì, tutto ok..buona pasqua a tutti voi w le marche..la terra di carla..quindi anche mia!!!!

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