ph carlozanzi
Matteo Fontana, classe 1977, è uno di quei varesini poco noti in città (infatti non lo conoscevo), ma noti in ambito milanese e più alla larga a livello nazionale. Regista e scrittore, ieri sera alla Feltrinelli ha presentato il suo romanzo 'Il veleno dei ricordi'. Ecco la recensione sul sito della casa editrice Feltrinelli.
Chi racconta non ha più memoria. Nessun passato, solo schegge confuse, e nessuna speranza di ricomporle. L’unico indizio è scritto sul suo corpo, dove sono state rinvenute persistenti tracce radioattive.
Grazie ai dialoghi con lo psichiatra che lo ha in cura, tuttavia, a poco a poco in lui riaffiora il volto di una donna, sempre più insistente: non ricorda il suo nome, ma sente di averla amata. Dopo di lei, lo raggiungono voci e suoni di una città distrutta – una città costretta a un’esistenza pietrificata sotto lo sguardo feroce della Centrale. In quella città è intrappolata la sua memoria, ed è lì, all’ombra della Centrale, che comprende di dover tornare per recuperarla, è soltanto lì che può sperare di incontrare la donna misteriosa che lo sta richiamando a sé.
Fuggito dalla clinica in Alaska dove era ricoverato, l’uomo approda nella città fantasma, dove le risposte ai suoi interrogativi arrivano accompagnate da incontri con persone che, come lui, sono in cerca del proprio passato, tra case abbandonate popolate di ricordi altrui, prati vetrificati e la Centrale che domina come un grande mostro dormiente. Nella zona contaminata i nuovi ricordi affiorano potenti, legati alla donna amata, ma anche a un amico comune. Riemergono frammenti del tempo perduto… lo sbocciare di un amore, la nascita di un’amicizia, le discussioni appassionate, le partite a scacchi, le passeggiate, il lavoro alla Centrale. Tuttavia gli oggetti sembrano restituirgli anche un passato colpevole, l’ombra di un tradimento che si allunga sino al giorno dell’incidente nucleare, ripercorso nel suo drammatico crescendo.
Matteo Fontana prende il disastro ecologico più tragico di tutti i tempi – l’esplosione di uno dei reattori della centrale nucleare di Chernobyl – e ne estrae il nucleo fondamentale: il tradimento nei confronti della natura, degli uomini e delle loro relazioni, di se stessi. Trascinando in un’atmosfera incandescente protagonista e lettori verso l’unica possibile espiazione.
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