sabato 4 giugno 2016

Il mio Dio - 27



La mia narrativa di quel periodo, anni Novanta, aiuta a comprendere il mio cammino religioso. Soprattutto nella raccolta di racconti ‘L’ultimo nemico’ (e in particolare nel racconto lungo che dà il titolo al libro) è forte la domanda sul senso del male, del dolore, del soffrire, della morte e di un Dio che tace. A poco a poco però lascio da parte questi temi, attratto dall’uomo e dall’amore, dalla fedeltà e dal tradimento, dai mille volti di questa parole (amore), che va dal massimo del’egoismo al massimo dell’altruismo (come nella raccolta di racconti ‘Fax d’amore’). La mia esperienza come giornalista mi porta anche a soffermarmi sulla cronaca, sulle vicende diciamo ‘sociali’ (come nel romanzo ‘Luzine’). I mille impegni che caratterizzano le mie giornate di quel tempo (lavoro, famiglia numerosa, passione per il giornalismo e la scrittura, che diventano davvero un secondo lavoro, e poi il ritorno allo sport…) mi lasciano poco tempo per la riflessione teologico-filosofica. Dio resta nella preghiera (sempe presente), nella fedeltà alla Chiesa cattolica (almeno come partecipazione alla Messa e ai sacramenti) ma sono ‘distratto’ o obbligato a pensare ad altro. I giorni corrono rapidi dall’alba al tramonto, forse sin troppo pieni di vita, a tratti ore cariche di ansia, con il timore di non riuscire a portare a compimento gli impegni presi. Per il settimanale cattolico ‘Luce’ faccio cronaca del mondo cattolico, della vita della Chiesa, seguo ad esempio le Missioni a Varese, ma con un certo ‘distacco professionale’. Scrivo del servizio di altri, non sono più impegnato in prima persona nel cammino della Chiesa locale. La collaborazione anche con ‘La Prealpina’, la nascita della rubrica Pensieri & Parole non fanno che aumentare il mio ritmo. E le preoccupazioni per le figlie che crescono, che mostrano le prime crisi preadolescenziali, che mettono in discussione l’efficacia del mio ruolo di padre sono altri momenti che mi portano a ‘disperdere’ l’ottimismo giovanile di un futuro senz’altro carico di buone cose. E quella dispersione coinvolge, naturalmente, anche Dio, Padre buono, ma forse non così generoso come mi sarei aspettato. A meno di assolverlo, regalando ad altri certe responsabilità.      

27-continua

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