ph carlozanzi
"...Avevo deciso, tempo fa, che
Dio non traesse giovamento dall'accanimento teologico, che Dio preferisse il
salto nel buio, senza rete, senza conforti di prove. Che Dio fosse quello della fede
irragionevole, assurda, folle. Via i libri e il Libro. Anche perché mi avevano
unicamente confuso. Senza fuggire, senza abiurare. Non si lascia l'ignoto per
un noto, ignoto a sua volta, che promette meno. Non si svende una vita al primo
offerente. Mi sono piuttosto messo in un angolo. Io, abituato ad insegnare, a
prevedere cammini ecclesiali, ad interpretare i segni di Dio nella nostra
storia dissestata e santa, ho vissuto il ritiro, la mezza sconfitta di dover
tacere, là, relegato nell'angolo dei 'cattivi' dubbi. Non ho lasciato la casa. Figliol prodigo forse, un poco, ma
senza il coraggio - o grazie a un'innata saggezza, che forse spartisce qualcosa
con la Grazia di Dio - di mandar tutto a monte, come una partita a carte che
s'è guastata..." (15 settembre 1994)
29-continua
Nessun commento:
Posta un commento