sabato 1 aprile 2017

Ines & Mario story - 63



Le poche informazioni di mio padre circa i parenti di parte Ravasi-Cova, cioè di mia mamma, mi hanno indotto a riprendere in mano i diari di mia zia Ines (foto), scritti fra il 13 novembre del 1923 e il 9 aprile del 1926, ad un mese dalla sua morte prematura, a soli 21 anni. Sono pagine che hanno quasi un secolo, per me davvero preziose. Ho riletto sino alla fine di gennaio del 1924. Ines scrive nella sua abitazione di via San Martino, ha 18 anni, nel pieno della sua giovinezza, un sogno da realizzare (che sarà mai?), due genitori molto impegnati nella bottega di calzolaio (bagàtt in dialetto), sempre in via San Martino. Gli affari non vanno molto bene. La vita di mia zia scorre fra i lavori di casa, l’assistenza ai due fratelli monelli Bruno e Mario, gli incontri con qualche amica e i parenti, che si trovano soprattutto a Masnago, dove abitano lo zio Angelo, la zia Assunta, una nonna. Vengono citate spesso Sandrina e Germana, care amiche di Ines. Mia nonna Angela è spesso arrabbiata, si fa condizionare dal meteo e dagli affari poco propizi. Due volumi che ho in casa mi permettono di avere foto del cavalier Morbelli, scattate proprio negli anni descritti da mia zia. Ecco infatti una foto dell’ottobre del 1923, scattata davanti al negozio del fotografo Morbelli in occasione della visita a Varese di Vittorio Emanuele III. Nel dicembre del 1923 (vedi pagina del diario) zia Ines parla del disastro della diga di Gleno, nella bergamasca. A suo dire i morti furono 66.000, quando in realtà non superarono i 400. Interessanti le note del Natale 1923. I negozi erano aperti a Natale e chiusi a Santo Stefano. Caratteristica di quegli anni erano le lunghe passeggiate a piedi. Il 26 dicembre 1923 ecco mia zia con papà Battista e altri al Sacro Monte, il 29 dicembre alla Rasa, il 6 gennaio del 1924 addirittura a Porto Ceresio, a piedi lungo tutta la Val Ceresio (con ritorno in treno). Le montagne di Cuasso vengono descritte come ‘spaventosi monti’. Il 17 gennaio, per Sant’Antonio, non si fa cenno del falò alla Motta, mio nonno Battista andò invece a una festa danzante alla palestra (forse quella di via XXV aprile). Interessante anche la descrizione del 20 gennaio 1924 quando la zia Ines andò ‘per la prima volta a vedere il Lyceum. Un ambiente veramente chic; non si direbbe che in un angolo di quella non troppo chic via Carrobbio esistesse un cinematografo di quel genere. Si vide un film veramente eccezionale, Sansone e Dalila…’
In foto vediamo il salone del Lyceum, fotografato da Morbelli.
Infine il 27 gennaio la Ines si lamenta perché il babbo sarà impegnato molte domeniche a Morcote, in Svizzera (immaginiamo nella banda), quindi addio gite fuori porta.
Si parla spesso anche di una zia Pierina di Valle Olona, che l’11 gennaio 1924 diede alla luce un bel maschietto, Enrico, a ricordo del defunto nonno Enrico. Si parla anche di una zia Peppina, che vive in una catapecchia ad Azzate, con le cugine Maria e Antonietta. E si citano anche gli zii Michele e Laura, sempre vispi e allegri nonostante l’età.


63-continua

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