Le poche informazioni di mio padre
circa i parenti di parte Ravasi-Cova, cioè di mia mamma, mi hanno indotto a
riprendere in mano i diari di mia zia Ines (foto), scritti fra il 13 novembre
del 1923 e il 9 aprile del 1926, ad un mese dalla sua morte prematura, a soli
21 anni. Sono pagine che hanno quasi un secolo, per me davvero preziose. Ho
riletto sino alla fine di gennaio del 1924. Ines scrive nella sua abitazione di
via San Martino, ha 18 anni, nel pieno della sua giovinezza, un sogno da
realizzare (che sarà mai?), due genitori molto impegnati nella bottega di
calzolaio (bagàtt in dialetto), sempre in via San Martino. Gli affari non vanno
molto bene. La vita di mia zia scorre fra i lavori di casa, l’assistenza ai due
fratelli monelli Bruno e Mario, gli incontri con qualche amica e i parenti, che
si trovano soprattutto a Masnago, dove abitano lo zio Angelo, la zia Assunta,
una nonna. Vengono citate spesso Sandrina e Germana, care amiche di Ines. Mia
nonna Angela è spesso arrabbiata, si fa condizionare dal meteo e dagli affari
poco propizi. Due volumi che ho in casa mi permettono di avere foto del
cavalier Morbelli, scattate proprio negli anni descritti da mia zia. Ecco
infatti una foto dell’ottobre del 1923, scattata davanti al negozio del
fotografo Morbelli in occasione della visita a Varese di Vittorio Emanuele III.
Nel dicembre del 1923 (vedi pagina del diario) zia Ines parla del disastro della
diga di Gleno, nella bergamasca. A suo dire i morti furono 66.000, quando in
realtà non superarono i 400. Interessanti le note del Natale 1923. I negozi
erano aperti a Natale e chiusi a Santo Stefano. Caratteristica di quegli anni
erano le lunghe passeggiate a piedi. Il 26 dicembre 1923 ecco mia zia con papà
Battista e altri al Sacro Monte, il 29 dicembre alla Rasa, il 6 gennaio del
1924 addirittura a Porto Ceresio, a piedi lungo tutta la Val Ceresio (con
ritorno in treno). Le montagne di Cuasso vengono descritte come ‘spaventosi monti’. Il 17 gennaio, per Sant’Antonio,
non si fa cenno del falò alla Motta, mio nonno Battista andò invece a una festa
danzante alla palestra (forse quella di via XXV aprile). Interessante anche la
descrizione del 20 gennaio 1924 quando la zia Ines andò ‘per la prima volta a vedere il Lyceum. Un ambiente veramente chic; non
si direbbe che in un angolo di quella non troppo chic via Carrobbio esistesse
un cinematografo di quel genere. Si vide un film veramente eccezionale, Sansone
e Dalila…’
In foto vediamo il salone del
Lyceum, fotografato da Morbelli.
Infine il 27 gennaio la Ines si
lamenta perché il babbo sarà impegnato molte domeniche a Morcote, in Svizzera
(immaginiamo nella banda), quindi addio gite fuori porta.
Si parla spesso anche di una zia
Pierina di Valle Olona, che l’11 gennaio 1924 diede alla luce un bel
maschietto, Enrico, a ricordo del defunto nonno Enrico. Si parla anche di una
zia Peppina, che vive in una catapecchia ad Azzate, con le cugine Maria e
Antonietta. E si citano anche gli zii Michele e Laura, sempre vispi e allegri
nonostante l’età.
63-continua
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