Agli inizi degli anni Settanta mio
papà Mario cambiò lavoro, non genere ma pasticceria. La pasticceria Tamborini
di Castronno fallì. Il proprietario Carlo probabilmente aveva fatto il passo
più lungo della gamba. Facendosi ingolosire da proposte di commesse da parte di
grandi magazzini (mi pare la Standa), aveva investito in macchinari, un forno
gigante….i guadagni non risultarono pari alle spese, forse qualche commessa venne
tagliata, fatto sta che mio padre si trovò costretto a trovare un nuovo
principale. In quegli anni mi accompagnava spesso in palestra, e lì si
incontrava con il presidente della Società Varesina di Ginnastica e Scherma,
Martino Ghezzi, proprietario della storia pasticceria Fratelli Ghezzi di corso
Matteotti, in pieno centro a Varese. Interessante la storia di questa
pasticceria, nata agli inizi del Novecento, mi pare nel 1920. I fratelli Ghezzi
erano tre e venivano da Milano, dove lavoravano tutti per la rinomata
pasticceria Cova di via Montenapoleone, la più famosa pasticceria meneghina. I
ricchi varesini, probabilmente milanesi con villa sulle nostre Prealpi,
frequentavano naturalmente la pasticceria Cova e fecero una proposta ai tre
fratelli Ghezzi: perché non far nascere una ‘Cova’ anche a Varese? Voi venite,
noi vi compriamo lo stabile in corso Matteotti. E così avvenne. Mio padre
ricorda che i tre fratelli avevano diverse mansioni. Il papà di Martino era il
pasticcere classico, un suo fratello si occupava del negozio e un terzo, l’artista,
era esperto di fondant. Fu lui a realizzare i preziosi stampi, che ancora oggi
vengono utilizzati per la realizzazione di una delle specialità della pasticceria
Ghezzi, che conserva i mobili d’epoca, e la vetrina di allora (foto). Probabilmente
mio padre si confidò con l’amico Martino (avevano fatto ginnastica insieme
negli anni Cinquanta) che gli propose di venire a lavorare da lui. Ecco allora
papà Mario tornare a Varese, in centro, a pochi metri dalla pasticceria
Garibaldi, dove partì la sua avventura di ufelèe.
74-continua
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