ph gino oprandi
Altre foto Oprandi, altro ritorno
agli anni Sessanta. Il lido della Schiranna, quando l’acqua del lago di Varese
non era quella di Villasimìus ma certo
non il danno di oggi, dopo decenni di sversamento di liquami e tentativi di
depurazione. Al tempo di quella foto Mister Ignis era agli esordi, i pescatori
potevano campare di lago e i varesini
nuotare alla Schiranna. E anch’io, a metà degli anni Sessanta, lì ho imparato a
nuotare, accompagnato da mio padre che non fu mai un gran nuotatore. C’era il
lido a pagamento e la ‘spiaggia’ libera: ricordo che amavo le immersioni più
che il nuoto, amavo i tuffi più che le bracciate, ricordo alghe e gobbini che
mi sfioravano, il lido a pagamento era un lusso per noi. E per stare al nuoto,
in terza media, anno scolastico 1969-1970, un trimestre ci obbligarono al nuoto,
accompagnati dal prof. Secchia, che mai ho visto in acqua. Avevano appena
inaugurato la piscina comunale ‘Fabiano’ di via Copelli, lì entrai per la prima
volta in vasca grande, dove non si toccava. Fui tra i pochi coraggiosi, i più
sguazzavano come alborelle in fregola nella vaschetta dei principianti. Per il
nuoto serio dovrò aspettare i 40 anni quando la nuova mania del triathlon mi
obbligò a saper nuotare per almeno un chilometro e mezzo, e anche più. Mia
mamma Ines non fu mai grande nuotatrice. E poi la via Garibaldi di Biumo
Inferiore, quando il senso di marcia era l’opposto di oggi. Se penso a via
Garibaldi penso soprattutto alla pizzeria da Quinto: una fetta di pizza, 50
lire. Un panzerotto alla crema pasticciera: 50 lire. Olio in abbondanza. In foto l’altra pizzeria da Quinto,
quella di via Manzoni, che non ho mai frequentato. Di fronte l’insegna del
Ristorante Firenze: pensavo fosse solo Bar, e invece era anche ristorante.
71-continua
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