La
casa editrice San Paolo ha pensato ad una collana dal titolo ‘Vite esagerate’
cioè storie di chi ha mosso ben più che
montagne, donne e uomini rapiti in un amore per Dio capace di generare vita e
speranza.
Per
la vicenda di Teresa Manganiello si è affidata ad Andrea Fazioli, giovane
scrittore ticinese di fondate speranze, giallista già noto ai lettori italiani,
che pubblica per Guanda. E non ha fatto male. Perché ne è nata una biografia vivace,
senza i difetti (diremmo i fastidi) delle agiografie, impostata con tecnica da
costruttore di trame che si dipanano poco alla volta. Titolo: LA BEATA ANALFABETA. Chi sia Teresa Manganiello
non è conoscenza scontata: nata a Montefusco, in Irpinia, il primo gennaio del
1849, morì a soli 27 anni il 4 novembre del 1876 nel paese natio, tre anni dopo
aver incontrato papa Pio IX, che la incoraggiò a seguire la sua vocazione.
Quale? Un amore lacerante e totale per il Cristo della Croce, e un amore
coinvolgente e benefico per gli uomini, soprattutto i più poveri, in ristrettezze economiche come lei, i
carcerati... Analfabeta, Teresa, diventata suora del Terz’Ordine Francescano,
chiederà al Papa il permesso di fondare una nuova congregazione religiosa. Non
ci riuscirà per morte precoce, ma cinque anni dopo la sua dipartita terrena
nascerà l’ordine delle Suore Francescane immacolatine, con case diffuse non
solo in Italia. Il 22 maggio 2010 suor Teresa è diventata Beata e la Rai le ha
dedicato una fiction televisiva: ‘Teresa Manganiello, sui passi dell’amore’. E
oggi il libro di Fazioli, che si muove su due binari narrativi. Un giovane
poeta è incaricato di scrivere la storia di Teresa e si reca nel paese
natio della beata, raccogliendo testimonianze e visitando i luoghi, per lo più
boschi, monti, prati e vie silenziose, crocifissi e chiese. E questo è il primo
binario. Il secondo è una descrizione della vita di Teresa, una vita segnata da
una sensibilità diremmo umanamente eccessiva per lo scandalo della croce e dell’umano
patire, che la porta alla preghiera e al soccorso dell’uomo malato, utilizzando
soprattutto la medicina naturale. Poi la malattia: …Nei mesi seguenti la malattia si aggrava. Teresa si muove a fatica, e
sente che le ossa, i muscoli, i legamenti, l’intero suo corpo la sta
abbandonando. Questo la terrorizza, perché la morte, anche se vissuta con fede,
anche se aspettata come l’accesso alla vera esistenza, è qualcosa che ti entra
nel corpo e che lotta con la carne, con l’anima, con la vita tenace che abita le membra. Teresa non
vuole morire…
Andrea
Fazioli è abituato a confrontarsi con la morte, come giallista. Qui si avvicina
all’ultimo nemico seguendo altre vie.
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