ph gino oprandi
Anni Sessanta, passata la
ricostruzione ecco la nuova edificazione, cemento senza troppo ritegno e auto
in costante riproduzione. Nel nostro quartiere Garibaldi (ex Costanzo Ciano) di
viale Belforte, nel 1961 due auto, una NSU Printz e una Anglia (passava ancora
lo straccivendolo con il carro e il cavallo, stufe Warm Morning a legna e
carbone), già nel 1968 una moltitudine di veicoli, e fra queste anche la nostra
Fiat 600, sicché noi ragazzini non avevamo più spazio per le partite al pallone.
Addirittura auto in corso Matteotti (foto). Oggi sembrerebbe una follia, almeno
il salotto buono di Varese senza auto, eppure…Le demolizioni non sempre hanno
portato a ricostruzioni. Ecco un esempio in via Sacco-angolo via Verdi. Se
pensò di demolire la scuola Pellico, proprio all’angolo, per rendere più ariosa
la curva, ma non venne edificato nulla, solo un ampio parcheggio e venne
addirittura conservato un edificio, riqualificato, che oggi ospita la
cosiddetta Palazzina della Cultura, di fianco alla Civica Biblioteca, con ampio
prato davanti: una buona scelta, mi pare. E termino il capitolo foto Gino
Oprandi con lo sport: Varese e Inter al ‘Franco Ossola’ negli anni Sessanta.
Amavo entrambe le formazioni. Mio padre, non un grande tifoso, portava me e mio
fratello Guido a Masnago; poiché i ragazzini entravano gratis, se accompagnati,
chiedeva ad un perfetto sconosciuto di accompagnarci dentro e poi lui si faceva
trovare dopo la partita. Probabilmente andava a trovare i miei zii. Ricordo le
tribune di fronte alla tribuna centrale, ancora con assi di legno e struttura
di tubi di ferro: se guardavo in basso mi venivano le vertigini. Grandi
emozioni: il Varese in serie A, Petruzzo Anastasi, invasioni di campo,
giocatori che uscivano in mutande, tenendo in mano solo le scarpette bullonate.
72-continua
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