ph gino oprandi
Il bel libro ‘Varese, la città nella
città’, a cura di Luisa Oprandi e Mario Chiodetti, una raccolta di testi ma
soprattutto di foto, scattate da Gino Oprandi negli anni Sessanta, mi invoglia
a sostare su quel decennio, che ho già velocemente descritto. Nel 1961 la mia
famiglia si trasferisce dal centro città (via Ugo Foscolo) alla castellanza di
Biumo Inferiore (viale Belforte 10/m), quindi Biùmm da Sota diventa il mio
nuovo centro di interesse. E poiché il noto fotografo Oprandi (fotografo
ufficiale de La Prealpina) aveva lo studio in via Garibaldi, anche lui si
concentra su Biumo. Ecco allora alcune immagini delle ‘distruzioni’ di quegli
anni, davanti alla chiesa parrocchiale (sorgerà un palazzo) e su un lato di via
Cairoli-via Garibaldi, dove sorgerà il cosiddetto mega Palazzo del Sole, che in
verità il sole lo toglierà alle vie sottostanti. Ines e Mario ci hanno sempre
educato a svolgere piccoli servizi alla famiglia, e fra questi erano gli
acquisti nei negozi. Ricordo in fondo a via Cairoli, angolo via Garibaldi,
proprio dove si vedono operare le ruspe (nella foto con sullo sfondo il campanile
della chiesetta della Madonnina) vi era un panificio, dove compravamo pane e
latte: 1 kg di pane e 2 litri di latte per una famiglia di sei persone. Poi in
via Garibaldi ricordo (scendendo verso la chiesina, sulla sinistra) la
Cooperativa. Ero molto piccolo, prima, seconda elementare, credo un giovedì
mattina, quando eravamo a casa da scuola, mia mamma mi mandò a fare la spesa
alla Cooperativa. Mi misi vicino alla cassa, in attesa che il negoziante mi
chiamasse. Ma lui probabilmente nemmeno mi vide, fatto sta che stavo lì a
guardare gli altri che ordinavano, non so se per paura di farmi notare o se
perché mi piacesse spiare. Mamma Ines telefonò preoccupata e finalmente si accorsero
di me. Poi in via Cairoli, di fronte alle demolizioni, nella vecchia Area Cagna
ricordo il Venezia, riparazioni cicli e motocicli. Nel parco Molina vi era
ancora la Contessa Molina, e il suo fattore vendeva il latte appena munto. La
sera andavamo con un bottiglione dal Lattone (così mio padre aveva
soprannominato quel contadino) a prendere il latte.
68-continua
Nessun commento:
Posta un commento