giovedì 6 aprile 2017

Ines & Mario story - 68

                                                              ph gino oprandi


Il bel libro ‘Varese, la città nella città’, a cura di Luisa Oprandi e Mario Chiodetti, una raccolta di testi ma soprattutto di foto, scattate da Gino Oprandi negli anni Sessanta, mi invoglia a sostare su quel decennio, che ho già velocemente descritto. Nel 1961 la mia famiglia si trasferisce dal centro città (via Ugo Foscolo) alla castellanza di Biumo Inferiore (viale Belforte 10/m), quindi Biùmm da Sota diventa il mio nuovo centro di interesse. E poiché il noto fotografo Oprandi (fotografo ufficiale de La Prealpina) aveva lo studio in via Garibaldi, anche lui si concentra su Biumo. Ecco allora alcune immagini delle ‘distruzioni’ di quegli anni, davanti alla chiesa parrocchiale (sorgerà un palazzo) e su un lato di via Cairoli-via Garibaldi, dove sorgerà il cosiddetto mega Palazzo del Sole, che in verità il sole lo toglierà alle vie sottostanti. Ines e Mario ci hanno sempre educato a svolgere piccoli servizi alla famiglia, e fra questi erano gli acquisti nei negozi. Ricordo in fondo a via Cairoli, angolo via Garibaldi, proprio dove si vedono operare le ruspe (nella foto con sullo sfondo il campanile della chiesetta della Madonnina) vi era un panificio, dove compravamo pane e latte: 1 kg di pane e 2 litri di latte per una famiglia di sei persone. Poi in via Garibaldi ricordo (scendendo verso la chiesina, sulla sinistra) la Cooperativa. Ero molto piccolo, prima, seconda elementare, credo un giovedì mattina, quando eravamo a casa da scuola, mia mamma mi mandò a fare la spesa alla Cooperativa. Mi misi vicino alla cassa, in attesa che il negoziante mi chiamasse. Ma lui probabilmente nemmeno mi vide, fatto sta che stavo lì a guardare gli altri che ordinavano, non so se per paura di farmi notare o se perché mi piacesse spiare. Mamma Ines telefonò preoccupata e finalmente si accorsero di me. Poi in via Cairoli, di fronte alle demolizioni, nella vecchia Area Cagna ricordo il Venezia, riparazioni cicli e motocicli. Nel parco Molina vi era ancora la Contessa Molina, e il suo fattore vendeva il latte appena munto. La sera andavamo con un bottiglione dal Lattone (così mio padre aveva soprannominato quel contadino) a prendere il latte.  

68-continua

Nessun commento:

Posta un commento