Felice compleanno a mia nipote Rebecca Zoe.
lunedì 31 ottobre 2022
A Maurizio Mora la 1^ Coppa Campo dei Fiori
Va a Maurizio Mora la 1^ Coppa Campo dei Fiori, in quanto vincitore
sabato 29 ottobre 2022 della cronoscalata Villa Toeplitz-Campo dei Fiori
Belvedere. La gara squisitamente amatoriale si è svolta in occasione del mio
record di salite annuali sulla nostra montagna, una consuetudine che in questo
2022 si è arricchita di questa competizione: un gruppo è salito a ritmo soft
con me, un altro con maggior impegno.
Maurizio Mora, classe 1966, un buon giorno che non si è visto dal
mattino (infatti da bambino non voleva imparare ad andare in bici) è poi stato
risucchiato dalla passione per le due ruote. A 56 anni è ancora in grado di
coprire i quasi 10 km di salita (bivio Fogliaro-Osservatorio Campo dei Fiori)
intorno ai 38’: un crono davvero notevole. La Coppa (al pari della Coppa Rimet)
verrà rimessa in gioco il prossimo anno.
Vale la pena spendere due parole anche su questo trofeo. Si tratta di
una coppa di grosse dimensioni vinta anni fa dalla mia amica (e poi collega di
educazione fisica), grande scalatrice Mariangela Algisi (foto). Quando gli
arrivi erano in salita aveva ben poche rivali, mentre difettava un po’ in
discesa. Mi regalò questa sua coppa, motivando il dono col fatto che davo
risalto al ciclismo durante le mie ore di educazione fisica. L’ho sempre
conservata con cura, e ho pensato di farla 'rivivere' come Coppa Campo dei Fiori.
205 con Mauro
205esima salita stamani con l'amico Mauro, ottimo scalatore, che mi ha convinto a salire sino all'Osservatorio del Campo dei Fiori, 1 km in più (e tosto) rispetto al mio usuale arrivo.
domenica 30 ottobre 2022
Basta vincere...anche di 2
Quando nel basket si perde di uno o di due punti c’è un solo modo per
ripigliarsi, vincere di uno o due punti. E così stasera ci siamo ripresi. La
OJM aveva di fronte Treviso, con due ex, Sorokas ma soprattutto Adrian Banks.
Noi senza Reyes, che non è un buon inizio. E infatti la partita non inizia
bene, 2 a 9 per i veneti, poi un triplone di Brown ci risveglia dal torpore, e
un immediato triplone di Johnson ci fa pareggiare: 12-12. Si capisce subito che
Jaron è in palla, finisce 24-23. Via, si riparte, con un Palazzetto colmo,
gente terrificantemente vestita per questo Halloween game, cori e speranze per
il nostro futuro cestistico. Tripla di capitan Ferrero (osannato anche dagli
ultras), bene il play Ross, bene Johnson sempre più ispirato, e arriva anche la
tripla del giovane Librizzi; il problema è che anche Treviso è in partita,
Banks ci castiga, gli altri non sono da meno, tant’è che a metà gara sono
avanti loro: 41-46. Ci sarà da soffrire. Brown (che calza simpatiche scarpe
rosa, vedi foto) è meno produttivo del solito, Woldetensae appare lento e
impreciso, la partita ricomincia, si riaccende il duello Banks-Johnson (foto),
una ventina di punti già cadauno. Non vorremmo sminuire l’apporto di tutti,
sempre essenziale, ma ad un certo punto sembra proprio Adrian contro Jaron,
vinto parzialmente dal nostro che somma già 25 punti al termine del terzo
quarto che, dopo un 3 su 3 del capitano ai liberi, finisce 67-65: punto a
punto, purtroppo. Ma qui sta il bello. Che gusto c’è a vincere di venti? Ultimo
quarto: Johnson è in panca a prendere fiato. Woldetensae continua a non
rendere, solo 2 punti e tanti errori, bene i due lunghi, tripla di Brown,
cavolata di Johnson che perde palla malamente, quando mancano 4’ Treviso è
avanti 79-80. Segnalo il 5° fallo di Ross quando mancano 4’, Johnson che forza
un po’ troppo, Brown che mette una bomba da distanza siderale ed è pareggio:
82-82. Mano glaciale di Johnson che fa 2 su 2 dai liberi (84-82). Altro 2 su 2
dai liberi per il pivot Owens (86-85): manca poco più di un minuto. Sbaglia
Johnson, Sorokas per Treviso non prende nemmeno il ferro, due liberi per De Nik
ma ne mette solo uno (87-85). Per farla breve, quando mancano 2 secondi Treviso
si trova con la palla in mano in attacco, rimessa, ci va bene, suona la sirena,
vinciamo di due.
SuperJohnson che supera i 30 di valutazione, male Woldetensae, per il
resto una Varese che corre, che difende, che piace. Certo, poteva perdere e
allora eravamo qui a leccarci le ferite, non si dovrebbe mai arrivare punto a
punto ma, quando ci si arriva, basta farne uno o due più degli avversari!!!!
Forza Varese!!!!
sabato 29 ottobre 2022
202 con gli amici
Tanti amici stamani ad accompagnarmi, persino Giovanni, alla vigilia
della sua partenza per lo Zambia, infermiere volontario in Africa per un mese.
Ma prima ha voluto salire in bici sul Kilimangiaro varesino. Prima Coppa Campo
dei Fiori vinta da Maurizio: seguirà foto della consegna della Coppa. E così
siamo a 202 salite nel 2022. Pensavo di mettere la bici in garage ma visto il
meteo forse ci salirò ancora in quest’anno dal clima balordo. Stamani sembrava
estate.
Si può fare meglio
Dunque...prima nota positiva: la nuova bandiera italiana al ‘Franco
Ossola’ (foto). Sostituito lo straccio che pendeva alla prima partita di
Campionato. Seconda nota positiva: Gianluca Piccoli e Filippo Boni (miei ex
alunni Vidoletti) scalpitano (foto). La terza nota positiva facciamo fatica a
trovarla, perché il Città di Varese perde in casa contro l’Arconatese, un 1-3
forse un po’ troppo severo ma non certo rubato. I nostri entrano in campo in
maglia verde, la terza maglia, in attesa della maglia ufficiale biancorossa.
L’Arconatese, biancovestita, ci guarda dall’alto della classifica, noi siamo
molto più in basso, a 9 punti. Dopo 10’, al primo tiro in porta, gli ospiti
passano con una zuccata di Bianchi. Si teme il naufragio ma i verdi padani
reggono, si organizzano e con Ferrario si beccano il pareggio al 31°. Gioco
poco piacevole, continue interruzioni, qualche sbadiglio in tribuna e si va
negli spogliatoi. Alla ripresa l’Arconatese dà l’impressione di coprire meglio
il campo, fisicamente prestante, veloce, sfiora il raddoppio e ci salva il
palo. Ma al 32° la testa di Medici incorna un abile cross sulla destra ed è
1-2. Ciliegina sulla torta (per i bianchi) un buco clamoroso di Battistella che
permette a Silvano di ampliare il bottino, nei minuti di recupero: 1-3. Mister
Luciano De Paola, sbracciante e urlante per tutta la partita, raduna in cerchio
i suoi dopo la sconfitta (foto). Che avrà detto non si sa, certo il Città di
Varese si presenta alla partita di Coppa contro la Varesina (1 novembre) con il
morale sotto i tacchetti.
Ma noi diciamo: Forza Varese!
Prima di...
Prima di lamentarci perché i nostri libri non vanno a ruba, noi
cosiddetti autori dovremmo domandarci con quale ardire e ardore ci permettiamo
di chiedere dei soldi alla gente, affinché legga le nostre parole. Davvero ce
lo meritiamo? Davvero non perdiamo tempo noi e lo facciamo perdere ad altri?
Anni fa probabilmente erano gli editori a rispondere a queste domande,
pubblicando solo ciò che – a loro giudizio – meritava carta e inchiostro. Oggi
molti editori non si fanno simili scrupoli, nihil obstat quominus
imprimatur, purché l’autore contribuisca con pecunia in corso di validità.
Quindi, cari autori, non lamentatevi...non lamentiamoci.
venerdì 28 ottobre 2022
La mala educaciòn
Io di messaggi ne invio tanti, e resto sempre piuttosto perplesso sulla
scarsità di risposte che ricevo. Un buon 70/80 % non risponde; per dirla più in
sintesi: non ti caga. Oddio, forse anch’io qualche volta non ho risposto ma in
genere cerco di evitare questo segno di maleducazione. E’ come se uno ti
chiamasse al telefono, tu alzi la cornetta, ascolti e te ne stai zitto e poi
metti giù. Non è molto elegante, anche perché spesso il messaggio è desideroso
di una risposta, quanto meno della certezza che sia stato letto. Forse qualcuno
ne riceve così tanti che non ha il tempo materiale per rispondere: mah, forse
qualcuno, ma la maggior parte non credo. E’ un vezzo dei nostri tempi. Un
malvezzo.
Ultima chiamata
Meteo permettendo, sabato 29 ottobre, con ritrovo alle ore 11 davanti al
cancello di Villa Toeplitz in via Vico a Sant’Ambrogio, salirò in bici al Campo
dei Fiori per la 202esima volta nel 2022: il mio nuovo record.
Invito chi ama pedalare in salita a venire con me. Ritmo tranquillo,
prevista un’oretta per coprire i 9 km di ascesa.
Ho sempre amato pedalare in salita, e il Campo dei Fiori è la mia salita
ideale. Questa ‘manìa’ di contare le ascensioni è nata nel 2007. In vista dei
Mondiali di ciclismo a Varese, previsti per l’anno successivo, mi ero posto
l’obiettivo di salire 100 volte in un anno, e così feci. Da allora tutti gli
anni ho ritoccato il record, arrivando lo scorso anno a 200. Avrei potuto accontentarmi
di 201 quest’anno, ma poiché siamo nel 2022, 202 sta meglio. Esclusi i mesi
invernali, ed escluse le vacanze al mare e ai monti, salgo in bici tutti i
giorni, quasi sempre da solo. Per questo mi piacerebbe avere un po’ di
compagnia, il giorno del mio record.
mercoledì 26 ottobre 2022
Tu non morirai mai
Antonio Valmaggia fa parte di quei personaggi varesini forse più noti
fuori città che sotto le prealpi. Valmaggia presenterà stasera, mercoledì 26
ottobre, ore 21, presso ‘la Piccola Fenice’ del prof. Silvio Raffo (via
Caracciolo 36 a Varese) il suo libro ‘Tu non morirai mai’, titolo carico di
speranza.
Chi sia Antonio Valmaggia lo si scopre visitando il suo sito www.viteprecedenti.com, molto ricco e
aggiornato. Si verrà a sapere che Valmaggia (i suoi estimatori lo chiamano
maestro) è un ipnologo esperto in stati di coscienza modificati e di fenomeni
paranormali. Dal 1989 guida corsi di crescita personale, e in 32 anni ha fatto
rivivere vite precedenti a 5000 persone.
Il libro parla della ipnosi regressiva alle vite precedenti, un’esperienza
fatta anche (sul sito alcuni video) da noti personaggi. Molto ricco il
curriculum di Antonio Valmaggia (convegni, presenze in trasmissioni televisive,
corsi…). Questo è il suo primo libro.
Certamente una cosa mi unisce a questo maestro: il desiderio di vita
eterna. Io credo (a fatica ma costantemente) al Maestro con la emme maiuscola,
per questo non uso la stessa maiuscola per Valmaggia. Non credo a questi viaggi
in ipnosi ma non li ho mai sperimentati, quindi non mi voglio sbilanciare.
Ognuno ha le sue speranze e i suoi metodi.
Molti, di fronte all’ipotesi di una vita senza fine prospettata da
Valmaggia e da me, come cristiano, rideranno. Molti altri invece vogliono
vincere questa pascaliana scommessa. Tutti però, indistintamente, hanno una gran paura
della morte.
martedì 25 ottobre 2022
202 più Coppa Campo dei Fiori
Sabato 29 ottobre, meteo permettendo (ma il meteo dovrebbe permetterlo)
confermo la mia salita con amici e appassionati in bici al Campo dei Fiori, per
il mio record: 202 nel 2022. Ritrovo: ore 11 al cancello di Villa Toeplitz, via
Vico, Varese Sant’Ambrogio. Salita in scioltezza, in compagnia. Ma quest’anno
aggiungo una novità: la Coppa Campo dei Fiori. Di che si tratta? Si tratta di
una coppa che ricevetti in dono anni fa dalla mia amica Marialgi, grande
ciclista, vinta da lei e a me donata per il mio esempio circa la passione
ciclistica. La metto in palio tipo Coppa Rimet. Chi arriva primo al piazzale
del Belvedere se la porta a casa per un anno, poi la rimette in gioco. Quindi
chi vuole sale tranquillo con me, chi vuole ‘gareggiare’ lo faccia pure. Vi
aspetto.
La Varese di Umberto Ermolli
Si intitola ‘Varese ai primi del ‘900 – Fra il serio e il faceto’ il
libro di Umberto Ermolli, pubblicato dalle edizioni Il Cavedio e presentato di
recente a Varese. Ce ne parla il nipote di Umberto Ermolli, l’artefice della
pubblicazione.
“Mio nonno Umberto, intorno agli anni ‘40, decise di appuntare a mano i
ricordi di gioventù, legati alla Varese dei primi del ‘900. Compilò una sorta
di brogliaccio che chiuse in un cassetto e lì rimase. Morti i nonni, mio padre,
nello svuotare la casa, trovò i fogli e ne fece un dattiloscritto, che chiuse
nuovamente in un cassetto. Morti i miei genitori toccò a me svuotare la casa.
Trovai il dattiloscritto, lo lessi e decisi che poteva essere un libro
interessante. Ho trovato nelle edizioni il Cavedio di Fiorenzo Croci un editore
attento alla vita varesina e il volume è
diventato realtà.”
Quale Varese ci troviamo di fronte in queste pagine?
“Mio nonno da giovane frequentava il Ristorante del Pesce in vicolo
Perabò-via Albuzzi, locali poi presi dalla Pasticceria Marcolini. Il gestore
era il signor Neuroni. Mio nonno era tanto assiduo in quel luogo da sposare la
figlia del proprietario, mia nonna. Nei suoi appunti si parla della vita di
quel luogo di ritrovo, aneddoti cittadini. Interessante è anche la descrizione
del carnevale varesino e della vita culturale legata ai due teatri della nostra
città.”
lunedì 24 ottobre 2022
Qualcosa di morbido
‘Something soft’, qualcosa di morbido: questo è il titolo della mostra
attualmente in Galleria Ghiggini (via Albuzzi, Varese), esposizione della
pittrice cremasca Margherita Martinelli. Introduzione critica di Anita
Membrini, apertura da mercoledì a sabato (10/12.30-16/19).
Ciò premesso, aggiungo due parole su questa artista quarantenne, studi
al Liceo Artistico, all’Accademia di Belle Arti a Brera e poi il desiderio di
viaggiare, lunghe permanenze soprattutto in Giappone, terra del Sol Levante che
certamente si ritrova nelle sue opere. Presente in diverse gallerie (compresa
la Barsy Gallery di New York), vincitrice di premi, Margherita ‘corregge’ la
mia prima impressione di una pittura molto astratta.
“Astratta sì ma il mio dipingere trae ispirazione dal paesaggio, dalla
luce, da osservazioni nate soprattutto durante i viaggi. Può apparire forse
anche molto astratta ma avvicinandosi all’opera si possono cogliere i dettagli
che definiscono i miei soggetti veri e propri paesaggi.”
E allora, grazie al suo aiuto, ci avviciniamo a questi dettagli.
“Prendiamo ad esempio le linee dell’orizzonte, sempre presenti. E sopra
la linea la materia fluida e morbida, nuvole, gas. Quindi gli elementi
vegetali, fiori essiccati, rappresentazione di un mondo esterno ma anche di un
mio mondo interiore.”
Abbiamo notato numeri e parole scritte a matita all’interno del quadro:
quale il loro significato?
“La parola è per me la chiave, il punto di partenza. Lo è sempre stata.
Sono appunti che poi inserisco nella tela, durante il lavoro, non
necessariamente all’inizio o alla fine. Sono un tutt’uno con i colori, le
pennellate, tratti pittorici a volte in rilievo, per dare l’effetto
dell’intensità.”
Caratteristico è anche l’uso della foglia oro.
Come sottolinea Anita Membrini, in Margherita Martinelli l’appassionato
troverà la rappresentazione di stati d’animo effimeri, come un vento sottopelle
che regala tanta vitalità.
sabato 22 ottobre 2022
Il canto (meno) libero di Giorgia
Cara Giorgia, ora la musica cambia. Ti auguro buon lavoro (è anche nel
mio interesse) e non stressarti troppo.
Non c’è bisogno di essere un fine osservatore politico per non
accorgersi che una bella fetta di elettorato cambia bandiera: la Lega, e poi
Renzi e il Pd e poi i 5 Stelle e ora Giorgia. Sono concittadini che cercano la
felicità soprattutto in un intervento esterno, nella manna dal cielo. Poiché il
cielo non regala più nemmeno la pioggia,
delusi cambiano bandiera. Costoro (che sono poi l’ago della bilancia) non
saranno contenti nemmeno della Meloni e fra qualche anno voteranno altro.
I fedeli di un’idea, di un partito, di un orientamento esistenziale
sanno bene che la felicità è uno stato d’animo complesso, raro, la vita è alti
e bassi e quando si è in basso poi
magari si risale e se si è in basso non è detto che dipenda dal valore
dell’idea...Costoro sanno che la felicità è condizionata dagli altri ma anche e
soprattutto è una conquista personale, è un traguardo interiore. E’ fatica,
perseveranza, fedeltà...anche fortuna...Povera Giorgia, non ti invidio. Ripeto:
buon lavoro ma non te la prendere se già da ieri qualcuno comincerà a
lamentarsi anche con te, a farti notare che non sei stata riconoscente, che ti
interessa solo la cadrega, che hai tradito gli ideali, che sei una femminista
eccetera eccetera.
Hai voluto la bicicletta? Ora pedala. Essendo un amante delle due ruote
in salita, conosco la fatica che si fa.
Cara Giorgia, il tuo canto (relativamente) libero da ieri lo sarà molto
meno.
ps Perché ho pubblicato la foto di una farfalla? Perché sul mio blog non è possibile pubblicare foto di Giorgia. Un mistero!!!!!
venerdì 21 ottobre 2022
Il romanzetto di uno scrittore naif
Chi come me si espone in pubblico, si sottopone al giudizio della gente,
sa che può anche ricevere qualche nota negativa. Ieri sera una lettrice mi ha
detto: “Ho già letto il tuo ultimo romanzetto!” Non vi è stato il tempo di
approfondire il concetto di romanzetto, un diminutivo che non mi è piaciuto,
perché non vi ho letto il concetto di romanzo breve: vi sono bellissimi romanzi
brevi. Il mio ultimo ‘La strada per le stelle’ è un romanzo breve. Per la
lettrice un romanzetto...ma non mi ha dato l’idea di averlo letto con
attenzione, perché si era confusa su un passaggio fondamentale.
Un’altra lettrice ha detto che sono uno scrittore naif. A tale termine
in genere si associano parole quali colori vivaci, ingenuo, schietto, primitivo,
candido, semplice…Non mi ritrovo molto, se non nella schiettezza e nella
semplicità. Ma anche qui non ho avuto modo di approfondire l’argomento con la
lettrice.
Per fortuna raccolgo anche pareri positivi, che mi tengono in vita (come
scrittore). Uno mi ha detto: “I tuoi romanzi vanno giù come un bicchiere di
Coca Cola!” L’ho preso come un complimento.
giovedì 20 ottobre 2022
Don Vittorione l'Africano
Tanta gente stasera in Basilica San Vittore a Varese, non per una
funzione religiosa, ma per la presentazione di un libro, un volume che aveva
tutto il diritto di trovare spazio nella principale chiesa varesina, perché è
la vicenda di Vittorio Pastori, ragazzo d’oratorio, uomo di chiesa, laico
missionario, infine sacerdote. Titolo: ‘Don Vittorione l’Africano’ (Pietro
Macchione editore). Sottotitolo: Il ristoratore che rinunciò a servire primi
per andare a sfamare gli Ultimi. Autore: Gianni Spartà, giornalista e
scrittore, che aggiunge una nuova biografia al lungo elenco di quelle che ha
già realizzato, nel classico stile ‘Spartà’, una scrittura che unisce facilità
di lettura e originalità di testo.
I primi saluti li ha fatti il padrone di casa, il prevosto Mons. Luigi
Panighetti, quindi immagini e parole dei molti personaggi coinvolti, che hanno
riportato al presente le gesta di profonda umanità e incredibile vivacità
organizzativa del Vittorione, che pungolato, sensibilizzato da Mons. Enrico
Manfredini ha focalizzato il senso della sua vita: portare da mangiare ai
poveri dell’Africa, in particolare dell’Uganda. Da allora la sua esistenza è stata preghiera e viaggi verso
sud.
Il volume si arricchisce della prefazione di Papa Francesco.
Don Vittorio e la panca del pianoforte
Stasera, giovedì 20 ottobre, alle ore 20.30, nella Basilica di San
Vittore a Varese verrà presentato il libro che Gianni Spartà ha dedicato a Don
Vittorio Pastori, il ben noto Vittorione, apostolo delle missioni in terra
africana, varesino dalla grande generosità.
Pensare a don Vittorio significa per me ritornare ad un periodo molto
bello e intenso della mia vita, primi anni Ottanta. Ora non mi trasferirei
nemmeno a Gallarate, allora sarei davvero stato disposto ad andare a vivere in
Africa, seguendo l’amico padre Mauro Serragli, missionario Comboniano. Potere
dell’idealità. Non se ne fece nulla, se non organizzare le Giornate Missionarie
nella mia parrocchia. E proprio in questa occasione aderimmo ad una iniziativa,
che vedeva coinvolto il Vittorione. Si trattava di raccogliere riso, sale e
sapone da inviare in Uganda. Fu una raccolta davvero copiosa, ricordo che i
pacchetti di riso venivano aperti e il riso versato in grandi sacchi di carta,
il deposito era nella vecchia palestra della Robur et Fides, all’oratorio di
San Vittore. Proprio la domenica della Giornata Missionaria venne a Biumo
Inferiore il Vittorione: allora non era ancora sacerdote. Venne a pranzo da
noi. Ricordo che i miei genitori erano preoccupati soprattutto perché non
avevano una sedia adatta: per fortuna la panchetta del pianoforte risolse il
problema. Purtroppo in quegli anni ancora non ero appassionato di fotografia,
né amavo fare la cronaca di tutto, quindi non ho nemmeno una immagine di quel
pranzo né della presenza di Vittorio Pastori a Biumo. Ricordo poi, anni dopo,
la Messa solenne al Palazzetto dello Sport, don Vittorio sacerdote, la sua
morte prematura. E ora l’amico Gianni Spartà, grande esperto in biografie,
dedica al prete missionario un volume. Non ho dubbi: la basilica stasera non
avrà panche vuote.
mercoledì 19 ottobre 2022
martedì 18 ottobre 2022
I due Beppe
Interessante incontro ieri sera in Salone Estense a Varese, organizzato
dalla Società ciclistica Binda nell’ambito delle Tre Valli varesine. Hanno
portato la loro testimonianza due campioni dello sport di indubbio spessore:
Beppe Bergomi e Beppe Saronni, i due Beppe, il calciatore e il ciclista, gente
capace di vincere titoli mondiali, di reggere lunghe carriere e di presentarsi
ancora in forma. Con loro il giornalista Francesco Pierantozzi e Renzo Oldani,
per la Binda. Spreco di autorità, altri campioni (la ciclista Noemi Cantele...)
e il mio palpitante cuore nerazzurro nel vedere Bergomi, grande difensore:
sempre all’Inter tutta la carriera, quattro Campionati mondiali disputati fra
cui la vittoria dell’Italia nel 1982, quando Beppe aveva solo 18 anni (dopo
Pelè è il giocatore più giovane al mondo ad aver vinto un Mondiale). Rispetto a
Saronni, classe 1957 (un anno meno di me) io tifavo Moser ma non per questo non
l’ho apprezzato.
Ne approfitto quindi: forza Inter!
lunedì 17 ottobre 2022
Saul a Varese
Un buon concorso di pubblico ha salutato la prima esibizione varesina del cantautore Saul, che si è tenuta sabato 15 ottobre nella sala dell’ex Liceo Musicale, in piazza della Motta a Varese. E’ stato presentato il cd ‘The Infinite Inside’, parole e musica di Saul, luinese di nascita, inglese di adozione, con ritorno in Italia dopo parecchi anni di vita oltre la Manica. E’ stata presentata una versione acustica dei brani: Saul (chitarra e voce) è stato accompagnato da Guido Zanzi (chitarra e armonica) e da Marco Caccianiga (percussioni). Zanzi è anche il produttore dell'album.
Un grazie a Laura De Filippo e
a Fiorenzo Croci del ‘Cavedio’, l’associazione culturale che ha ospitato il
concerto.
Il Pigio e il Pio
Li ho immortalati ieri sera al Palazzetto dello Sport: quello a sinistra
è il Pigio (detto Giancarlo Pigionatti), l’altro è Claudio Piovanelli (detto
Pio). Giornalisti (pensionati) sezione sport del quotidiano La Prealpina (il
Pigio addirittura caporedattore) ancora seguono le sorti della Varese della
palla a spicchi.
Pio è un grande runner, lo si vede correre ancora come un ragazzino, in
tenuta piuttosto fuori modo, o forse alla moda dei suoi tempi. Esperto del Varese
calcio, non disdegna la pallacanestro.
Il Pigio è mio doppio collega, diplomato Isef (come me) e giornalista,
anche se lui è professionista e io solo pubblicista. Per anni ha fatto lunghe,
lunghissime cronache del basket varesino, grande esperto e giocatore a sua
volta, un play davvero caratteristico. Ancora molti ricordano il suo colpo
segreto, la ‘finta Pigionatti’: sguardo a destra, passaggio a sinistra, con la
sua variante, cioè sguardo a sinistra, passaggio a destra. Una mossa
‘telefonata’ che conoscevano tutti, compresa la bidella della palestra di Valle
Olona, che per solito si addormentava durante le partire dilettantistiche.
Mossa risaputa ma in qualche modo efficace.
Li ho ripresi a metà partita. Immagino il loro volto dopo la sconfitta
contro Trento all’ultimo secondo. E immagino i commenti del Pigio, perché Pio è
molto meno sanguigno.
Il Pigio e il Pio: due personaggi.
domenica 16 ottobre 2022
Crovi e Fazioli: giallo d'autore
Finale col botto ieri mattina alla rassegna letteraria ‘Nord in giallo’.
In Sala Morselli alla Biblioteca varesina erano davanti ai microfoni due autori
‘giovani’ (diciamo così) fra i più significativi: Luca Crovi e Andrea Fazioli. Crovi
(presentato da Enzo R. Laforgia) ha parlato del suo ultimo romanzo ‘Il mistero
della torre del parco’, mentre Fazioli (presentato da Michele Mancino) aveva
fra le mani il suo ultimo romanzo, ‘Le strade oscure’. Presenti fra gli altri
in sala il già citato assessore alla cultura del Comune di Varese Laforgia e la
presidente della Commissione cultura di Palazzo Estense Manuela Lozza.
Mi permetto qualche parola di taglio personale, perché conosco i due
autori, in particolare Andrea Fazioli, scrittore ticinese. Entrambi figli
d’arte, ho avuto il piacere di conoscere bene il padre di Luca, Raffaele Crovi,
scrittore, giornalista, editore, poeta eccetera eccetera. Crovi figlio ha
certamente ereditato dal padre una memoria formidabile, un vasto sapere e una facilità
di scrittura notevoli. Non conosco invece il papà di Andrea, Michele Fazioli,
uno fra i più importanti giornalisti della Svizzera italiana. Luca e Andrea
sono più o meno coetanei, amano il genere ‘giallo’ e scrivono bene, il che non
è poco. Pur non essendo varesini (Crovi è milanese, Fazioli è di Bellinzona)
sono spesso presenti in città, legati fra l’altro dal Premio Chiara, che
onorano in qualità di giurati.
Mi permetto di citare non solo la bravura degli scrittori ma anche
quella degli intervistatori, Laforgia e Mancino, che hanno animato un incontro
davvero interessante. Infine la commozione di Manuela Lozza che, al termine
della rassegna ‘Nord in giallo’, si è detta emozionata e contenta per l’esito
dell’iniziativa culturale.
Basket crudele
Il basket, come la vita, può essere crudele. Il basket, come la vita,
può non riservare un lieto fine. Finale amarissimo per Varese stasera
al Palazzetto, un amaro che nemmeno trenta zollette di zucchero può
addolcire. Le furie rosse partono bene, pimpanti, arrembanti, aggressive e
segnanti. 27-22 per noi dopo un quarto, che indica già un ottimo Caruso (foto), poi
una bomba annullata a Reyes a fil di sirena, a mio avviso regolarissima. Resta
il dubbio che la non concessione sia legata alla luce rossa che si accende sul
cubo quando suona la sirena, luce che non è apparsa. Si parte con due triple di
fila di Brown, Caruso convince, Johnson molto meno ma il coach gli dà fiducia,
come dà troppa fiducia a Woldetensae, una fiducia mal ripagata: Wolde finirà
con 0 punti e 4 falli. Si finisce con due punti regalati a Trento, che resta
incollata ma sempre dietro: 51-46. Si parte con un lampo di Johnson, purtroppo
Wolde fa il 4° fallo, le furie rosse varesine hanno 10 punti di vantaggio
(60-50), Caruso è in stato di grazia e ci becca anche dalla lunga, una tripla
che fa scoppiare il palazzetto e rinfranca i cuori deboli: 16 punti per il
giovane pivot. Ma Trento non molla, s’avvantaggia anche di alcuni errori
arbitrali (non fischiato un passi clamoroso) sicché finisce 68-64: i montagnini
ci sono alle calcagna. Il play rosso De Nik non è in giornata sfavillante, Ross
(bene - foto) fa il doppio lavoro, capitan Ferrero strapazza la retina dalla lunga,
tripla di Brown da distanza siderale, De Nik sbaglia un rigore a porta vuota,
Johnson non convince, Brown (foto), davvero in giornata sì, viene tolto dal campo
inspiegabilmente, negando al pubblico la mano più calda della serata. A meno 3’
dalla fine siamo 82-74, troppo poco per stare tranquilli. Trento s’avvicina.
Ross perde palla, Brown sbaglia, pareggio 83-83 quando mancano 38”. Johnson
rocambolescamente fa 2 punti, avvitandosi in aerea come un cavatappi ma Trento
pareggia subito. Ci restano 5”, Caruso dalla lunga sbaglia. 85-85:
supplementari. E’ chiaro che Trento ha il vantaggio psicologico. Ci sorpassa
(85-87), Ross manofredda fa 2 su 2 dai liberi, poi ancora 2 punti di Ross per
il sorpasso (89-87). Fallo in attacco di Trento, se Varese segna (manca solo un
minutino) si può sperare ma Johnson sbaglia, Spagnolo (fra i migliori trentini)
fa 2 su 2 dai liberi, nonostante il vento contro del tifo della curva Nord.
Altri 2 punti di Ross, davvero bravo, ma Trento pareggia di nuovo: 91-91. Ma la
palla è nostra: Varese sbaglia, Trento con una tripla da distanza pazzesca, a
fil di sirena, ci mette al tappeto: 91-94. Mai arrivare punto a punto. Sempre
avanti Varese, meno quando più serve, cioè alla fine.
Che dire? Quando si perde tutto è negativo. Niente affatto. Molto bene
Caruso, molto bene Brown, bene Ross, bene Reyes, molto dinamismo, l’appellativo di furie rosse
ci sta. Onore al merito a Trento, soprattutto Spagnolo (un 2003!), Flaccadori,
il sempreverde Forray, Atkins.
Peccato. Restiamo ad una sola vittoria, due sconfitte per un pelo.
In ogni caso: Forza Varese!