‘Something soft’, qualcosa di morbido: questo è il titolo della mostra
attualmente in Galleria Ghiggini (via Albuzzi, Varese), esposizione della
pittrice cremasca Margherita Martinelli. Introduzione critica di Anita
Membrini, apertura da mercoledì a sabato (10/12.30-16/19).
Ciò premesso, aggiungo due parole su questa artista quarantenne, studi
al Liceo Artistico, all’Accademia di Belle Arti a Brera e poi il desiderio di
viaggiare, lunghe permanenze soprattutto in Giappone, terra del Sol Levante che
certamente si ritrova nelle sue opere. Presente in diverse gallerie (compresa
la Barsy Gallery di New York), vincitrice di premi, Margherita ‘corregge’ la
mia prima impressione di una pittura molto astratta.
“Astratta sì ma il mio dipingere trae ispirazione dal paesaggio, dalla
luce, da osservazioni nate soprattutto durante i viaggi. Può apparire forse
anche molto astratta ma avvicinandosi all’opera si possono cogliere i dettagli
che definiscono i miei soggetti veri e propri paesaggi.”
E allora, grazie al suo aiuto, ci avviciniamo a questi dettagli.
“Prendiamo ad esempio le linee dell’orizzonte, sempre presenti. E sopra
la linea la materia fluida e morbida, nuvole, gas. Quindi gli elementi
vegetali, fiori essiccati, rappresentazione di un mondo esterno ma anche di un
mio mondo interiore.”
Abbiamo notato numeri e parole scritte a matita all’interno del quadro:
quale il loro significato?
“La parola è per me la chiave, il punto di partenza. Lo è sempre stata.
Sono appunti che poi inserisco nella tela, durante il lavoro, non
necessariamente all’inizio o alla fine. Sono un tutt’uno con i colori, le
pennellate, tratti pittorici a volte in rilievo, per dare l’effetto
dell’intensità.”
Caratteristico è anche l’uso della foglia oro.
Come sottolinea Anita Membrini, in Margherita Martinelli l’appassionato
troverà la rappresentazione di stati d’animo effimeri, come un vento sottopelle
che regala tanta vitalità.
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