lunedì 3 ottobre 2022

Paganini ripete...le indagini


 


Era il mese di luglio del 1978, una caldissima giornata estiva. Andrea Paganini, nato a Poschiavo, nel Canton Grigioni, Svizzera, aveva 4 anni. Io 18 in più e pedalavo con il mio amico Paolo proprio passando da Poschiavo, direzione passo del Bernina, poi picchiata verso S.Moritz, il Maloja in discesa, la Val Chiavenna e la sosta dal mio amico Roby nella sua bella villa sul lago di Como. Già, ma questo non c’entra niente, cioè c’entra con Andrea Paganini, perché quel bimbo di 4 anni l’ho incontrato ieri in Sala Ambrosoli a Villa Recalcati, Varese. Oggi è un docente, ricercatore, scrittore, autore del volume di molte e molte pagine dal titolo ‘Le indagini imperfette’ (Rubbettino editore), invitato dal Festival del racconto-Premio Chiara a presentare la sua storia. E allora l’ho subito intervistato.

Per quale motivo un lettore dovrebbe leggere un malloppone di così tante pagine?

“Perché è una storia straordinaria, intriga dall’inizio alla fine, è la storia vera di un omicidio avvenuto nell’aprile del ‘45, al confine fra Italia e Svizzera. Due le indagini, una italiana e l’altra elvetica, con esito opposto. Valeva la pena ricominciare da capo, aprire una nuova indagine, e questa è la vicenda raccontata dal mio romanzo verità.”

Si sa che il genere noir, il giallo è molto amato dai lettori: perché?

“Perché, se ben scritte, sono storie coinvolgenti. Si legge per capire, e questo processo mentale è una specie di indagine. Il lettore è sfidato a trovare la soluzione.”

Conosce Andrea Fazioli, svizzero come lei, giallista come lei, vincitore della prima edizione del Premio Chiara Giovani?

“Certo, è un mio amico. Invidio la sua capacità di inventare trame, io non sono abile come lui, preferisco la realtà e vi è da dire che la vita, a volte, è estremamente fantasiosa.”

E via con l’incontro. Paganini è atteso in sala da Bambi Lazzati e dal giornalista (e grande ciclista) Cesare Chiericati.


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