Giorgio Lotti, sessant’anni di fotogiornalismo, una carriera che lo ha
portato a vivere avvenimenti di portata storica, scatti che hanno fatto il giro
del mondo, fotografie stampate in milioni di copie. Giorgio Lotti, uno dei più quotati
fotografi italiani ieri mattina è stato festeggiato a Varese per i suoi 60
anni di lavoro che, a 85 anni, ancora non conosce la parola pensione. Un
doveroso omaggio a Lotti, nato dall’amicizia con Antonio Bandirali,
organizzatore dell’evento grazie anche all’Associazione Culturale Europea.
“Non mi interessa che mi dicano
bravo” ha detto fra l’altro Giorgio Lotti. “Sono felice quando mi rendo
conto di essere stato utile.”
Il fotografo che ha realizzato nel 1973 la foto più stampata al mondo
(100.000.000 di copie la sua foto di Zhou en Lai), è stato intervistato dal
giornalista Andrea Giacometti. Ho avuto l’onore di ricevere in dono una sua
foto, che ho utilizzato per la copertina del mio romanzo ‘Luzine’.
“Chi scatta una foto dovrebbe sapere che può provocare danni enormi” ha
detto Lotti, ricordando che ogni foto necessita di preparazione, competenza,
studio del personaggio e dell’ambiente, oltre alle conoscenze tecniche dello
strumento che si ha in mano, “per evitare di riempire il mondo di tante orrende
belle foto.”
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