giovedì 28 aprile 2016

Il mio sport - 52



Chiusi il 1995 con altri giri in bici sulle salite varesine: Monte Orsa, Serpiano, Monte Generoso, Alpe Tedesco, Cuvignone, oltre che i soliti Sacro Monte e Campo dei Fiori. Andavo spesso da solo, e qualche volta con Marco Riganti, Giancarlo Bernasconi (eccoci in foto, al Generoso) e Livio Bianchi, un mio coetaneo tenace e dalla gamba molto potente, che si divertiva a staccarci in salita. Oggi Livio, non seguendo i miei consigli, non va più in bici, lamentandosi perché non riesce a tenere i ritmi di allora: non accetta che gli anni passano. Spero si ricreda. Il 1996 ebbe più o meno l’andamento sportivo del 1995. Alternavo corsa e bici. Correvo soprattutto in Villa Toeplitz, da solo o con mio fratello Paolo. Non molto: una ventina di minuti. Poiché sarei tornato ancora a Ponte di Legno per le vacanze estive, mi allenai per poter salire di nuovo sul Gavia, ma soprattutto per raggiungere il Mortirolo dalla parte più ostica, quella Valtellinese. Il 3 luglio ero al Corno d’Aola in mountain-bike (foto, con alle spalle la Cima Salimmo, raggiunta nel 1995), il 6 al Gavia con l’amico Paolo Mannucci e il figlio Marco, ex alunno Vidoletti. Paolo era stato mio compagno di pedalate nel 1978, poi anche lui –preso da mille impegni- aveva abbandonato la bici, riprendendola saltuariamente, come quell’anno a Ponte. Dell’avventura del Mortirolo parlerò con capito a parte.  

52-continua

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