Ma
prima della storica, discussa finale di Londra del 30 luglio ’66, e della mia
corsa sul campo dell’oratorio, devo appuntare un’altra data importante di quell’anno.
Il 10 giugno del 1966 venne inaugurata la nuova palestra della Società Varesina
di Ginnastica e Scherma. Ed io ci sono, in prima fila: cinque giorni dopo
queste foto avrei compiuto dieci anni. Una palestra davvero molto bella, luminosa
e spaziosa, un lusso rispetto al buco umido di via Paravicini. Con me l’allenatore
Raimondo Albricci, mio fratello Guido e tanti amici che avrei trovato in
seguito, come Tiziano Marini, mio collega. Ricordo che ero emozionato, che
guardavo le molte ragazze in body nero (almeno il triplo dei maschi, come
presenze!) con ammirato ‘terrore’ e che sognavo le Olimpiadi. Ricordo che proprio in quegli anni, in estate,
con la palestra nuova, vennero ad allenarsi i nazionali, in vista di Mexico
1968. Guardavo Gianfranco Menichelli (vincitore dell’oro al corpo libero a
Tokio) in estasi, ammirato per ciò che sapeva fare. E con lui i fratelli Carminucci,
Bruno Franceschetti, Vailati, Carmine Luppino (oggi commentatore Rai) e altri
che non ricordo. Il fratello di Menichelli giocava nella Juve. E pensare che
Gianfranco, a Città del Messico, proprio nel corpo libero, si ruppe il tendine
d’Achille.
6-continua
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