Non
ricordo con precisione il momento, e neppure le mie agende mi aiutano. Era la
fine del 1985, novembre, dicembre, non so. Un pomeriggio, o forse un mattino di
quelli che trascorrevo, solo, con mia figlia Valentina di pochi mesi, solo perché
avevo scelto di rimanere a casa in congedo parentale, mentre Carla iniziava l’esperienza
lavorativa. Ho preso un vecchio quaderno, forse una vecchia agenda, e ho
cominciato a scrivere la storia di quella mia esperienza di padre, le grandi
gioie e le grandi paure di ogni genitore. Dopo qualche tempo, mentre la storia
prendeva forma e le pagine si sommavano, per la prima volta ho pensato che
quello scritto avrebbe, forse, meritato una pubblicazione non riservata ai soli
parenti. Ho terminato la storia, credo nella primavera del 1986, ho riscritto
con la macchina da scrivere, non ricordo nemmeno se ho chiesto il parere di
Carla o se ho fatto tutto da solo, quando sono deciso vado per la mia strada.
Senza alcuna esperienza di pubblicazioni, senza chiedere consigli agli esperti,
immaginando che la storia potesse interessare un editore cattolico, ho mandato
il dattiloscritto alla LDC, ottenendo risposta negativa. Senza perdermi d’animo,
ho tentato con le Figlie di San Paolo, le Paoline di Milano, una fra le
maggiori case editrici cattoliche. E dopo qualche giorno, alla fine di settembre
del 1986, ricevo la telefonata di suor Battistina, delle Paoline, che si
dichiara desiderosa di incontrami, perché la storia è di loro interesse. Grande
euforia, uscite a Milano per mettere a punto il testo, firma del contratto e la
prima delusione: avrei dovuto attendere oltre un anno, la primavera del 1988,
prima di vedere il mio libro uscire nelle librerie, con il titolo ‘Papà a tempo
pieno’. Le grandi case editrici programmano per tempi lunghi. Mi sembrava
comunque un sogno. Ricordo quel periodo come uno fra i più belli e intensi
della mia vita: insegnavo alla Vidoletti, praticamente sotto casa, avevo due
bimbe, Valentina e, dall’11 ottobre 1987, Maddalena, ero in attesa di un libro
vero, che sarebbe stato distribuito in tutta Italia, in centinaia di librerie
cattoliche. Giudicavo quella pubblicazione repentina come la dimostrazione chiara
delle mie abilità letterarie, tanto che iniziai a scrivere un romanzo e nuove
poesie. Mi alzavo molto presto al mattino, scrivevo a mano, su vecchi quaderni
e agende, ribattevo con la macchina da scrivere, dapprima la mia prima, vecchia
Antares (identica alla Olivetti Lettera 32) e poi con una Olivetti nuova. E
finalmente, il 24 marzo del 1988, ho visto nella vetrina della Libreria San
Vittore, in corso Matteotti, il mio primo libro.
11-continua
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