Tornando
agli anni del ‘Cairoli, e precisamente al 1975, non posso non citare il mio
incontro con Ignazio Silone, l’autore di ‘Fontamara’. Diminuivano le mie
speranze di glorie sportive, mentre aumentava il mio interesse per l’impegno
cattolico nella comunità Shalom di Biumo Inferiore. Forse anche in virtù di
questo cambiamento avevo letto ‘L’avventura di un povero cristiano’, di Ignazio
Silone. Quando in terza liceo si trattò di scegliere l’argomento per la tesina
di italiano, puntai sullo scrittore abruzzese, e qui abbiamo l’aneddoto di mio padre
e di Piero Chiara che, all’apice del successo in quegli anni, non veniva certo
studiato nella sua città. Io avevo bisogno di contattare Silone per telefono,
ma come procurarmi il numero? Mio padre disse: “Lo chiediamo a Piero Chiara. Lo
conosco, veniva sempre al bar dove lavoravo io.” Così, detto fatto, papà Mario
telefonò a Piero Chiara, si fece riconoscere, ottenne il recapito telefonico di
Silone, io chiamai il noto scrittore, lui mi disse di scrivere una lettera con
le mie domande. Così feci, una lunga lettera alla quale rispose in modo assai
stringato e anche ermetico, ma con la sua firma, lettera che naturalmente
conservo gelosamente. Lessi molti romanzi di Silone, uno scrittore che forse
oggi giudicherei un po’ ‘pesantuccio’, scrissi la tesina (che non trovo più) e
feci bella figura alla maturità, anche perché il Commissario esterno era una
donna del sud.
5-continua
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