martedì 22 novembre 2016

La vita del narratore



La frase del grande Gabriel mi fa riflettere. La vita di un narratore, cioè di uno che scrive romanzi e racconti, è una vita certamente condizionata dalla scrittura, cioè dal desiderio-bisogno di raccontare per iscritto qualcosa a qualcuno. Non è che un narratore scelga di vivere in un certo modo per poter avere materiale da utilizzare (certamente non lo è per me, almeno), ma quando è in fase di scrittura, quando sta lavorando a qualcosa, tende ad isolarsi, ed allora ‘rumina’ tutto il materiale che ha dentro, e le sue vite passate tornano alla mente. E ne immagina di future, che probabilmente non vivrà mai. Inoltre, pur parcellizzandola e liofilizzandola, ogni narrazione è anche una confessione. E in aggiunta in quella narrazione il narratore ci mette ambizione, riscatto, culto della memoria, paura della morte e tanto, tanto altro ancora, di conscio, di inconscio (e anche di sconcio….mi suonava bene!). 

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