E
sì, Giorgio Fontana scrive bene. E lo scrivo con
un po’ di invidia. Già me n’ero accorto leggendo ‘Morte di un uomo felice’,
vincitore del Campiello, uno dei premi letterari più prestigiosi. ‘Un solo
paradiso’ lo conferma. Anche se Giorgio “non ama la minestra riscaldata” e
cambia genere.
Una
storia d’amore, Alessio e Martina, nella Milano descritta in ogni dettaglio.
Alessio impazzisce d’amore, dopo che Martina lo lascia. Perde tutto, a poco a
poco elabora la sua separazione dalla vita, la sua scomparsa dal mondo. Che non
è necessariamente il suicidio.
Due amici si incontrano al Ritornello, bar
milanese: Alessio, in due ore, racconta all’amico la sua storia. Poi se ne va.
E nessuno avrà più sue notizie. Di per sé niente di eccezionale come trama, ma
il modo di raccontare questa non elaborazione del lutto, questo amore d’altri
tempi, questa radicalità pura e impossibile, questa caduta nella distruzione da
bevande alcoliche è davvero notevole. Più che promettente. Verrà mai qualcosa
di buono da Caronno Pertusella, estremo sud della provincia varesina? A questo
punto lo si può scrivere: sì, Giorgio Fontana. Che, con Marta Morazzoni
(milanese d’origine, gallaratese d’adozione) è il solo varesino ad aver vinto
il Campiello: nemmeno Piero Chiara ci riuscì. Gli scrittori di Varese città
prendano nota. Certo, un Premio non è tutto, si sa, i giochi delle Case
editrici…ma intanto Fontana riesce a pubblicare da Sellerio (la casa editrice
di Camilleri, tanto per intenderci) e già questo la dice lunga. Non è certo un
caso...o un Santo in paradiso.
“Si
può sopravvivere a molti inferni, non a un
solo paradiso” (ecco il titolo)…paradiso perduto, ovviamente.
Giorgio
è nato quando mi sono sposato, nel 1981. Tenete a mente il suo nome.
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