Mai
arrivare punto a punto nel basket, quando mancano pochi minuti. Riflessione a
freddo, dopo l’ennesima sconfitta di Varese contro Brescia, ieri sera al
PalA2A. Certo, è facile scriverlo, il fatto è che c’è molto equilibrio in questo
Campionato e alla fine si arriva sempre
lì, a giocarsela con gli ultimi tiri. E noi abbiamo già utilizzato l’80% della
nostra fortuna annuale, con le vittorie delle prime giornate (vale la pena
ricordarcelo), perché la fortuna gira. Bisognerebbe evitare di arrivare punto a
punto capitalizzando al massimo il vantaggio, senza cali di tensione, sempre al
100% anche con 10-15 punti di vantaggio. Massima concentrazione ad ogni tiro,
soprattutto i liberi. Non ci si possono permettere soste, tirate di fiato. Varese
non ha i numeri, non ha i giocatori per calare di ritmo, per gestire con quiete
il risultato. Capitalizzare, conservare, tenere gli avversari sempre qualche
punto sotto…perché poi se si arriva pari alla fine, allora basta poco….ad
esempio chi segna per primo in quel frangente ha un’alta percentuale di vincere
alla fine. Canestro pesantissimo. E ieri è toccato a Brescia, sul 65-65 a -3’
dalla fine erroraccio di Maynor e un bel triplone di Landry. Quella è una
mazzata pesante. E’ chiaro che nell’azione successiva Varese trema, si sa che
un altro errore sarebbe fatale, mentre gli altri viaggiano in prima classe. E
se arriva il secondo errore (Eyenga da 3) allora è davvero durissima. Parte la
tripla di Moss e tutti a casa. Anche gli arbitri alla fine, punto a punto,
fanno quello che possono e l’errore è più probabile.
Ai
tempi della grande Ignis, anni Settanta, viaggiava anche la noia. Erano tre le
partite interessanti: Milano, Bologna, Cantù. Le altre, a metà gara era già
tutto finito. Oggi non è più così. Ogni partita è sofferenza pura.
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