lunedì 7 novembre 2016

Un bel tipo, Vecchioni



                                                                                                  ph carlozanzi

Il Roberto Vecchioni che ho conosciuto ieri, domenica 6 novembre 2016, a Varese, giunto a ritirare il ‘Premio Chiara-Le parole della musica’, mi è parso assai lontano da un noioso prof di greco e latino, un’idea che mi era nata non conoscendolo, e ascoltando alcune sue canzoni. Mi ero preparato, sbirciando su Wikipedia la sua intensa carriera, 73 anni giocati fra insegnamento, canzoni scritte e cantate, libri, tour, quattro figli, una moglie, vittorie nei premi canori più importanti…tanti dischi venduti….Mi è parso un tipo un po’ colto sì, ma soprattutto simpatico, spigliato, con una esagerata voglia di vivere. Capace anche di mettere alla berlina i suoi difetti, i suoi limiti, come quando spiega la genesi del suo ultimo libro, ‘La vita che si ama’ (Einaudi), nato per rispondere alla domanda di una sua figlia trentenne. Un giorno, bevendo il caffè, la ragazza gli disse: “Ma papà, che tipo sei? Sì, ce lo devi spiegare, perché noi ti vediamo in pubblico, spigliato, sicuro, che canti, che parli, applaudito, ammirato..poi a casa stai lì, in silenzio, quasi annoiato..scusa se te lo dico, ma sembri un po’ un coglione!” E allora Vecchioni, dice: “Alto là, vi devo una spiegazione..ora la scrivo.” Così nasce il libro, autobiografico. Capace, Vecchioni, di sputtanare anche il padre, “un pazzo puttaniere”, ma insieme di amarlo, come la madre, come la vita.  Un bel tipo Vecchioni: valeva la pena salire alle Ville Ponti, per incontrarlo. 

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