martedì 21 febbraio 2017

Il gran cuore di Paolo

                                                                                                ph carlozanzi


Centinaia di persone, soprattutto giovani, questo pomeriggio si sono sedute sulle tribune del Palazzetto dello Sport, e il tifo era solo per lui: Paolo. Un palloncino rosso con la scritta ‘Ti amo’ dava l’idea che il ragazzo stesse già volando. Fiori, palloni da basket, magliette della Pallacanestro Varese, firme, una foto, le parole di papà Giuseppe e di mamma Daniela, riservate a questo loro figlio dalla grande sensibilità, capace soprattutto nei dieci mesi della malattia di diventare adulto. “Si sono ribaltate le parti” ha detto papà Giuseppe. “Sono i genitori che dovrebbero educare i figli, dare loro l’esempio, qui è stato Paolo, il mio eroe, ad insegnarmi il coraggio.” Una testimonianza che ha segnato anzitutto chi gli è stato più vicino (i genitori, il fratello, le sorelle, la sua ragazza), ma anche tutti quelli che hanno, poco o tanto, incontrato la sua storia.  Poi altre parole, lette dai suoi amici, e poesie scritte dal diciottenne che ha saputo sopportare il peggio della vita: un male incurabile, cure debilitanti, dolore, paura.

Che dire? Nel breve periodo per me è la seconda testimonianza di qualcuno che sa vivere la sofferenza con grande dignità, vincendo la battaglia più dura: mio fratello Mock e Paolo. Con Mock ho potuto ‘respirare’ la sua vicenda incredibile, con Paolo no, ma mi fido di chi gli è stato accanto. E porto con me il rimpianto per non aver valorizzato al top (forse nemmeno capito nel profondo) Paolo nei suoi anni alla Vidoletti. Da me si meritava il massimo. 

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