lunedì 14 ottobre 2024

Scie


 

Forse qualcuno, in questo preciso istante, costretto ad alzarsi e a camminare verso una giornata con impegni non graditi, avrà pensato: 'Quanto vorrei salire su un aereo e partire!' Ecco, partite pure su uno di questi due aerei che ho appena fotografato, all'alba del 15 ottobre. 

Auguri, Paolo


 

Felice compleanno al mio amico Paolo Mannucci, compagno di scorribande ciclistiche alla fine degli anni Settanta (in foto, Sacro Monte, 1980)

domenica 13 ottobre 2024

Ma piàss


 

...Ma piàss sentì la banda dra natüra

e cùur a vidè ‘l su rampegà ‘l ciel,

e i nìul rosa e ross e giald e d’or

e ‘n gatt e ‘n fiö e ‘n früt, lì, cal madüra.

........

dalla poesia 'Ma piàss'

alba a Varese   14.10.2024

 

Auspicio


 Ripopoliamo la terra.

Ottobre padano


 




C'è ancora molto granturco e il bianco accecante degli aironi nell'ottobre padano. E la torre Isso di Castelleone osserva immobile e muta.

sabato 12 ottobre 2024

La notte padana

 SALVATE DAL MACERO “LA NOTTE PADANA”

Il mio primo struggente capolavoro a soli 13 euro (spedizione inclusa). Ovviamente le copie sono nuove di pacca. Consegna e pagamento brevi manu se volete e se non abitate in Groenlandia! Altre modalità di pagamento: bonifico, postepay. Info e contatti: 3400846465. In allegato ci sono la copertina e una scheda del romanzo a cura della casa editrice. Grazie e abbraccio! Paolo



venerdì 11 ottobre 2024

Non me la bevo


 

Interessante incontro ieri sera, venerdì 11 ottobre, in sala Ambrosoli (Villa Recalcati a Varese), nell'ambito del Festival del racconto-Premio Chiara 2024. Si è parlato di vino, un genere alimentare che non passa mai di moda, anche perché (cito da ieri) "Se all'ultima cena si fosse bevuta birra anziché vino, le sorti di questa bevanda sarebbero state diverse." Citazioni evangeliche a parte, i due relatori hanno tenuto desta l'attenzione dei presenti, e la loro curiosità 'alcolica'. Ne hanno parlato Michele Antonio Fino (docente di diritto, che dedica tutti i fine settimana alla vigna di famiglia) ed Eleonora Martinelli (esperta in comunicazioni). A coordinare gli interventi Bambi Bianchi Lazzati. Fino è autore del libro 'Non me la bevo' (Mondadori), un volume per esperti del settore e insieme per tutti coloro che si interessano di vino, anche come semplici degustatori. La tesi è una, ribadita dall'autore: "La temperatura rispetto all'argomento vino è sempre molto alta. Bisogna abbassarla, per rimuovere tutte le incrostazioni che di secolo in secolo hanno alterato il suo gusto originale, per apprezzarlo, al di là e oltre il marketing." Come a dire: sul vino si fa molta filosofia, si calca la mano, si dicono cose vera e altre false. Non me la bevo, cioè non prendiamo tutto per oro colato, le parole degli esperti non sempre escono da bocche esperte, assaggiamo e giudichiamo non solo in base a ciò che si dice sul vino, ma all'effetto che il nettare rosso (o bianco) lascia nella nostra bocca.  

giovedì 10 ottobre 2024

Non sono Nelson Mandela

                                                            foto da Internet
 

Non sono come Nelson Mandela, o come coloro (sempre una minoranza) che mettono al primo posto l'ideale e si dimenticano di tutto il resto. Che so, uno come Gandhi non stava certo a guardarsi allo specchio a contare le sue rughe. Io purtroppo ho paura di invecchiare, di morire, mi conto le rughe anche se cerco di non guardarmi allo specchio. Poi però ci sono giorni che, malauguratamente, vuoi perché c'è una certa luce, vuoi perché sei davanti ad uno specchio nuovo e allora ti cade l'occhio e non solo noti che non dimostri meno della tua età (in genere i nostri occhi sono benevoli nei nostri confronti) ma addirittura sembri più vecchio. Sono brutti momenti, una presa di coscienza dolorosa. E ieri è successo.

Che so, Madre Teresa si metterebbe a ridere di fronte a questa mia pochezza, ma io non sono nemmeno come Madre Teresa. 

 

L'amore Galante


 



Gianfranco Galante, prolifico scrittore e poeta varesino, torna sul tema a lui caro dell'amore con questo nuovo libro, che è stato presentato ieri, giovedì 10 ottobre, nell'ambito degli Incontri d'autore, in Sala Morselli, alla Civica Biblioteca varesina. Titolo: 'Ti racconto perché...' (Circolo Scriptores editore). Ne hanno parlato i docenti e scrittori Enea Biumi e Gianfranco Gavianu, alla presenza del vicesindaco Ivana Perusin, del prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e di un gruppo di estimatori di Galante detto GianPi, che davvero fa onore al suo cognome: elegante, gentile, accogliente...un galant'uomo, persona che ha fatto dell'amore il primo comandamento di vita. E ne scrive, perché lo si sappia (nella foto di gruppo, da sinistra: Biumi, Perusin, Galante, Pasquariello e Gavianu).
Ma veniamo al libro, e soprattutto al titolo. Ne ha parlato l'autore: "Molti mi fanno i complimenti, ma resta sempre in sospeso una domanda: perché? Perché apprezzi ciò che ho scritto? E spesso non arriva una risposta. E così ho pensato a questo titolo: Ti racconto perché...Ci sono racconti  e ogni racconto termina con una poesia, che spiega il racconto. A volte è però il racconto che spiega la poesia. Lascio al lettore il compito di capire se è nato prima il racconto o la poesia." A parte questo dubbio, una cosa è certa: si parla di amore, in senso lato, amore anche sensuale, mai moralistico, amore con le sue difficoltà, le sue vette e le sue cadute. Storie di coppie di differenti età, descritte con una prosa assai leggibile e con versi poetici che non eccedono nell'ermetismo.



Auguri, Maddalena

 


Felice compleanno a mia figlia Maddalena.

La Luna di Scaramozzino


 

La raccolta di racconti ‘Il significato della Luna’ di Francesco Scaramozzino ha vinto il Premio Chiara inediti 2024 (ex aequo con Alberto Bortoluzzi) ed è quindi stata pubblicata da Pietro Macchione Editore. L’autore, classe 1962, di Melzo, ha già alle spalle numerose pubblicazioni, soprattutto sillogi poetiche e racconti, nonché presenze in antologie e premi letterari. E che sia un autore valido lo conferma questa nuova raccolta, giustamente premiata dal Chiara. Si tratta di 23 racconti brevi (non più di 4-5 pagine) di lunga gestazione, scritti nell’arco di molti anni, che rivelano una forma narrativa semplice e insieme complessa, con spunti poetici, terminologia curata e a volte non di uso comune, parole che richiedono l’ausilio del vocabolario. Per ammissione dello scrittore, di veramente reale ci sono i luoghi, (una vecchia corte nella bassa padana, le abitazioni anni Sessanta Inacasa...), verosimili sono alcuni personaggi (e su tutti ci pare di identificare Giacomo, che ricorre in molti racconti, nell’autore stesso, visto nei suoi ricordi infantili e giovanili) mentre altri protagonisti sono inventati di sana pianta. Scaramozzino gioca con abilità, incuriosisce il lettore con descrizioni precise e coinvolgenti, ma non risolve le questioni, lascia dubbi e spazi all’immaginazione. Non c’è mai o quasi mai una sorpresa finale, se non il piacere del sospeso che invita ad una nuova e più attenta lettura, oppure a qualche domanda. C’è molta riservatezza, diremmo gentilezza, riguardo nella scrittura di questo autore che forse non ha raccolto quanto sino ad ora seminato, lontano anni luce dalla scrittura ‘moderna’, spesso sboccata, cruda, violenta, ruvida, senza riguardi per la punteggiatura. Tutt’altro.

Si legge nelle motivazioni della Giuria, presieduta dallo scrittore Andrea Fazioli: ‘L’autore intreccia una serie di vicende intorno a una casa di ringhiera, con personaggi che ritornano o che appaiono fugacemente. La vecchia corte al centro del paese diventa il centro di un mondo piccolo ma universale, descritto in maniera meticolosa, con buona attenzione sia ai dettagli concreti, sia a quelli psicologici.’

In questa sua raccolta, Scaramozzino ha saputo vestire di semplicità la sua profonda cultura, e rendere più accessibile, grazie alla prosa, l’ermeticità della poesia, senza però dire tutto e subito. Molti i passaggi che mi sono piaciuti. Ne cito uno, dal racconto ‘Senza sale’: ‘…Vent’anni, poi, passano in fretta, perché quelli che non passano in fretta sono i minuti, a volte persino i secondi, il lento rincorrersi delle ore e dei giorni. Quello che pare non passare è il tempo del quotidiano, non quello della vita, che passa in un attimo invece…’

 


mercoledì 9 ottobre 2024

La risatina di Urska


 Chi segue il ciclismo sa bene chi è la slovena Urska Zigart, ciclista professionista. Per i non addetti ai lavori, dirò che è la fidanzata di Tadej Pogacar, il più forte ciclista al mondo (attuale e forse di sempre), sloveno pure lui. Ebbene: ieri, alla Tre Valli Varesine, sotto la pioggia, Urska è arrivata al traguardo 31esima, ma è arrivata, mentre il suo compagno Tadej (che avendo addosso la maglia iridata certamente avrà avuto un ruolo importante nella decisione) si è fermato dopo un'ora di corsa, insieme a tutti gli altri professionisti del pedale. Immagino quindi la scena, soprattutto il sorrisetto ironico di Urska vedendo il suo ragazzo né stanco né eccessivamente bagnato. Gli avrà detto (in sloveno): "Embè? Era il caso di fermarsi? E noi, che ce la siamo fatta tutta?" E Pogi avrà risposto con un sorriso, non ironico ma imbarazzato. 

martedì 8 ottobre 2024

Tre Valli nella tempesta


Martedì 8 ottobre 2024, una data che resterà negli annali della Tre Valli varesine e nei suoi 103 anni di storia. E' la prima volta che la gara viene annullata. Quella maschile, non quella femminile, partita in mattinata, sotto il diluvio, e portata a termine con una riduzione del percorso, con la vittoria della francese Kerbaol (foto da VareseNews). Onore al merito alle ragazze, perché i maschi hanno messo le scarpette a terra dopo una prima parte di gara, hanno incrociato le braccia e da lì non si sono mossi: troppo pericolo, lacuale alla Schiranna allagata. 

Non amo fare polemiche e non le farò certo ora. Invito a leggere la bella analisi di Damiano Franzetti su VareseNews, che mi pare equilibrata e competente. Immagino esser stati nei panni di Renzo Oldani, l'organizzatore della corsa: decisione soffertissima, da lacrime agli occhi. 

Detta così, bisogna anzitutto fare un grande abbraccio alle donne, che si sono dimostrate più coraggiose degli uomini.

Aggiungo: visto che le previsioni meteo erano chiare e davano certezza di pioggia, forse si dovevano prendere in considerazioni diverse soluzioni, a parte la riduzione del percorso o la soppressione della gara. Potevano esserci vie intermedie, anche perché paradossalmente (ma era previsto) nel primo pomeriggio la pioggia è praticamente cessata. 

Tre Valli nella tempesta: quella piovana e, immagino, quella delle polemiche che pioveranno non dal cielo ma dagli uomini.
 

Auguri, Arnaldo


 

Felice compleanno al mio amico poeta Arnaldo Bianchi. Oggi compie 70 anni. Cifra tonda.

Ho tutte le sue raccolte di poesie. Ho preso  a caso una, 'Nel mite tempo che cade', ho cercato solo il mese, una poesia che fosse di ottobre, ed ecco questa, dell'ottobre 2009.

Rugge la sera/inquieta luce/che s'addensa/ad occidente/come una tempesta:/un vibrare di venti/che s'incrociano/dentro un mulinello/di sabbia e pioggia/bussa ai vetri/furente.

lunedì 7 ottobre 2024

L'eroico Marco


 

Complimenti vivissimi al mio amico nonché mio ex alunno Vidoletti Marco Mannucci, che ha portato a termine eroicamente l'Eroica. Ecco due stupende immagini, con Marco che ammira Piazza del Campo a Siena. Si noti la dotazione ciclistico-vestiaria ereditata dal padre Paolo, mio amico, con il quale alla fine degli anni Settanta abbiamo condiviso la passione per la bici, compreso un lungo giro nel nord Italia nel 1978 (la foto qui sotto è al Sacro Monte, nel 1980). Marco, figlio di un toscano di San Gimignano, non poteva non ereditare il fascino per quelle terre del centro Italia, che in bellezza possono certo essere paragonate alle mie amate Prealpi.



Male anche la seconda


 





Male anche la seconda per il basket varesino di serie A. Dopo la sconfitta a Brescia, ecco di nuovo zero punti guadagnati in classifica contro Tortona. Però era iniziata bene, gran pubblico (ammirevole la fedeltà dei tifosi di casa), entusiasmo e via alla grande, 10 a 0 bim bum bam. Ma coach De Raffaele non si scompone, non chiede time-out, sa che i suoi sono forti e infatti arriva il sorpasso (12-14), poi doppia tripla di Alviti (foto) e finisce 28-29. Si può fare, Varese c'è. Il secondo quarto è spumeggiante, tripla di Gray, schiacciata di Alviti (boato del pubblico sul 38-31), superMannion, si va al riposo lungo 60-51. Considerazioni a metà gara: Tortona fa paura, fisicati, grandi e grossi, con le idee chiare e un Kuhse ispirato, ma Varese può reggere se continua con le alte percentuali da fuori, i suoi contropiedi, la sua velocità. Purtroppo le cose gireranno male. Brown mette una tripla (ma nel complesso sarà deludente), poi sul 69-65 per noi il nostro lungo Kao fa il 4° fallo, esce e soffriamo molto a rimbalzo. Non bastasse ciò Alviti si rovina con le sue mani, reazione poco gentile nei confronti di Gorham, espulsione. Uno fra i più in forma è già sotto la doccia. Inizia la fine. Restiamo fermi al 69 mentre la Bertram Derthona se ne va in carrozza, con parecchi giocatori in palla, e soprattutto il numero 2. Per farla breve: 12 a 31 di parziale, il terzo quarto finisce 73-82. Non sarebbe ancora la fine, iniziamo bene, 75-82, sette punti si possono recuperare, ma le nostre mani tremano, i rimbalzi latitano, il nervosismo sale mentre Tortona martella, e sul 81-96 nessuno ci crede più. Finisce 95-105 con Alviti già in borghese, Mannion nervoso più che mai (troppe proteste con gli arbitri!), Brown a chiedersi come può tornare quello dello scorso anno eccetera eccetera. Nota gentile: nella terna arbitrale abbiamo Silvia Marziali, seconda arbitro di serie A e prima ad aver arbitrato competizioni FIBA (foto).
In ogni caso: forza Varese!

domenica 6 ottobre 2024

Affossato il Fossano


 





Sventolano i vessilli biancorossi al 'Franco Ossola', mentre i baldi giovani del Fossano tornano sul bus senza neppure un punticino. 2 a 1 per il Città di Varese, che in casa non sbaglia un colpo e fa tre punti, che sommati agli altri portano la nostra squadra ai piani alti della classifica. Inizia bene per noi, retropassaggio infelice dei bianconeri e dopo sei secondi di gara Gubellini fa rotolare la sfera sul palo. E' solo la prova di ciò che avverrà di lì a poco: Stampi serpeggia sulla sinistra, assist per Banfi che di sinistro non sbaglia. Gli ospiti si arroccano in difesa, la partita non è esaltante ma i rossi la vogliono chiudere e ci riescono, alla fine del tempo, con un colpo di testa di Bonaccorsi. Nella ripresa il Città di Varese resta pure in superiorità numerica, con espulsione di Gallesio per fallo su uomo da gol. Ma il Varese non fa il terzo gol, mentre segna sul finire Bongiovanni. Quindi gli ultimi minuti lasciano un po' di apprensione nel pubblico, ma le streghe restano a casa e noi vinciamo 2 a 1.
Forza Città di Varese!!!

Lo Stelvio di Federica


 



Complimenti vivissimi alla mia amica Federica e al compagno Michele (compagno di classe di mia figlia Valentina) che oggi, domenica 6 ottobre, si sono avventurati in bici lungo i tornanti che da Bormio portano al Passo dello Stelvio, dove hanno trovato neve fresca abbondante, come si nota dalle foto. 

L'eroismo di Angela


 

Complimenti alla mia amica Angela Borghi. Come me ama la scrittura e la bici, ma più di me ha pedalato oggi sulle strade dell'Eroica, insieme al marito Marco. La notissima e superpartecipata gara non competitiva con bici d'epoca, sulle strade (sterrate e non) della Toscana, è stata per Angela un'esperienza più che appagante. Attendo ora il resoconto (ma non ho ancora immagini) di un altro mio amico ed ex alunno Vidoletti, Marco Mannucci, che con la storica bici del padre Paolo si è presentato al cancelletto di partenza dell'Eroica.

sabato 5 ottobre 2024

Ricordare e dimenticare


 

La nostra vita è un alternarsi continuo della pratica del ricordo e della dimenticanza. Ricordiamo il bello, il nostro passato nei suoi episodi migliori (soprattutto dopo una certa età) ma insieme, con operazione che (quando si sta bene) è automatica, dimentichiamo, rimuoviamo il marcio del mondo. Non potremmo vivere altrimenti. Non è necessario che faccia esempi.

La foto non ha nulla a che vedere con questa riflessione. Varese non è terra di girasoli, quindi ieri mi sono sorpreso, notando in un prato incolto nei pressi del parco Mantegazza innalzarsi verso il cielo una folla di girasoli. 

Il Buz Baz di Luca Lischetti


 









E’ un’impresa riuscire a scattare una foto decente all’artista Luca Lischetti. Ieri, sabato 5 ottobre, al vernissage della sua mostra al castello di Masnago, ci ho provato, ma i risultati sono qui da vedere. Perché Lischetti non ama posare, è tipo riservato, lotta contro la società dell’immagine, dell’apparenza. Lotta da oltre cinquant’anni, da autodidatta dell’arte, facendo leva su quello che i critici del settore chiamano ‘espressionismo evocativo’. Non ciò che si vede, non ciò che appare ma l’interiorità, la verità di sé, senza maschere. Non a caso la sua mostra ha per titolo: ‘Buz Baz – Dietro le quinte’ (al Castello di Masnago sino al 16 novembre. Orari: 9.30/12.30-14/18 chiuso il lunedì). Tanta gente ieri al Castello, a dimostrazione che Lischetti è apprezzato: sarà il suo essere schivo, antidivo per eccellenza; sarà che le sue opere affascinano gli amanti di questo genere ‘astratto’. La mostra, curata da Patrizia Di Modugno (che ieri ha fatto gli onori di casa), voluta dall’Associazione GaEle di M.Elena Danelli e Gaetano Blaiotta, con il patrocinio del Comune di Varese (presente l’assessore alla Cultura Enzo R. Laforgia), è stata presentata anche dal critico Luigi Cavadini. Buz Baz: chi è costui? Un burattinaio afgano, una figura mitica che ha ispirato Lischetti. “Siamo tutti burattinai ma insieme burattini” ha detto fra l’altro l’artista, non certo a suo agio nel dialogo con il pubblico. Impietoso il suo giudizio sulla nostra società, un teatrino tragicomico. Fra le sue ultime opere in mostra, gli specchi, perché “lo specchio è nato per riflettere la nostra esteriorità, ma non ci sono specchi per il nostro mondo interiore.”