Il
sottotitolo di ‘Long Drink’, raccolta di racconti di Alberto Albert Bortoluzzi,
è ‘Sessantacinque sorsi di vita vissuta’. E la vita vissuta è la sua, cioè
quella dell’autore. Racconti brevi e brevissimi (anche mezza pagina) assolutamente
autobiografici, scritti dal fotografo varesino (e ora anche narratore) alle
prime luci dell’alba, uno al giorno, per un paio di mesi. “Perché soffro di
insonnia” dice Albert. Come la maggior parte di chi supera i sessant’anni,
Bortoluzzi ha sentito il bisogno di mettere per iscritto gli episodi salienti
dei suoi anni ruggenti, la sua vita sino ai trent’anni, mettendosi a nudo. Con
una scrittura tanto leggibile da apparire elementare, il varesino regala al
lettore tutta la sua ‘sfacciata sincerità’, il suo animo fanciullesco, la sua ‘ingenuità’
e la sua ironia, elementi che fanno apprezzare la raccolta, e che l’hanno
condotta a vincere ex aequo il Premio Chiara per racconti inediti, trovando
nell’editore Macchione lo sponsor. Ecco allora gli anni dell’infanzia, i giochi
nella villa dei nonni a Sant’Ambrogio, le marachelle via via più consistenti, i
successi e soprattutto gli insuccessi scolastici, le bugie, gli scherzi
(qualcuno anche pesantuccio), le canne, la vita notturna, le varie passioni e
una su tutte: le donne. E anche su questo argomento Albert non si risparmia,
con aneddoti, descrizioni e rivelazioni che (soprattutto in un caso, rispetto
ad una donna sposata) potrebbero anche creare qualche problema allo scrittore.
Un esempio? Portiamo a scoprire la Stefania di pagina 100: “…Per la prima volta
la sentii lavarsi i denti con il mio spazzolino, e tornata a letto cominciò a
baciarmi. La scopai talmente tanto da farmi delle escoriazioni sul pene…”
Stefania ha finalmente ceduto allo sfibrante corteggiamento di Alberto? Pare di
sì, ma i racconti hanno spesso un finale sorprendente. Infatti: “…La mattina
dopo al suo risveglio mi abbracciò raggiante dicendomi: ‘E’ stato bellissimo!’
Ma con suo stupore la mia risposta fu invece completamente diversa: ‘Troppo tardi!’
Il sesso di quella notte era stato per me solo un modo per sfogare la rabbia
che avevo accumulato in quel periodo…” Bortoluzzi non racconta solo il meglio
delle sue avventure, solo i successi, i trionfi, ma fa sfoggio di piena
sincerità e ammette le sconfitte: a scuola, in amore e sul lavoro. Il lettore
che non si aspetta un capolavoro di forma letteraria, una originalità
stilistica particolare troverà in ‘Long Drink’ contenuti intriganti, mai
noiosi, a volte esilaranti. E l’ultimo breve racconto, quello che dà il titolo
alla raccolta, pare l’annuncio di un secondo volume: “E così in un lampo se ne
sono andati sessantadue anni della mia vita. Guardo il bicchiere ormai vuoto, è
rimasto solo un cubetto di ghiaccio…’Il signore ha finito?’ ‘Sì…o forse no! Mi
porti un altro Long Drink, ho ancora tanto da vivere.’”
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