Stamattina correvo sotto la pioggia. Pensavo alla Giornata Missionaria Mondiale, terza domenica di ottobre. Pensavo che agli inizi degli anni Ottanta non sarei stato certo a correre in questa giornata, né allo stadio a vedere il Varese calcio, ma fuori da un supermercato, nel freddo e nella pioggia, per raccogliere riso-sale-sapone da inviare a don Vittorione, in Uganda; oppure a vendere libri, torte e oggetti vari al Banco Missionario di Biumo Inferiore, a favore del mio amico padre Mauro Serragli, missionario comboniano a Kampala e dintorni. Allora non mi facendo domande su Cristo, ma cercavo di imitarLo. Poi le cose per me sono cambiate. Sul fronte del Banco Missionario, certamente in peggio. Le cose cambiano: persino Padre Mauro non è più in Uganda. Un missionario è uno che testimonia al mondo ciò che lo rende felice. Potrei forse parlare della famiglia, dello sport, della salute, di altro...e Cristo? La mia fede non mi permetterebbe non solo di morire per Lui, ma nemmeno di fare un giorno di prigione, quindi è meglio che stia zitto. Però alcuni miei amici continuano con il banco Missionario a Biumo Inferiore: Giancarla, Ezio, altri. La foto ne rende testimonianza.
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