sabato 5 ottobre 2024

Il Buz Baz di Luca Lischetti


 









E’ un’impresa riuscire a scattare una foto decente all’artista Luca Lischetti. Ieri, sabato 5 ottobre, al vernissage della sua mostra al castello di Masnago, ci ho provato, ma i risultati sono qui da vedere. Perché Lischetti non ama posare, è tipo riservato, lotta contro la società dell’immagine, dell’apparenza. Lotta da oltre cinquant’anni, da autodidatta dell’arte, facendo leva su quello che i critici del settore chiamano ‘espressionismo evocativo’. Non ciò che si vede, non ciò che appare ma l’interiorità, la verità di sé, senza maschere. Non a caso la sua mostra ha per titolo: ‘Buz Baz – Dietro le quinte’ (al Castello di Masnago sino al 16 novembre. Orari: 9.30/12.30-14/18 chiuso il lunedì). Tanta gente ieri al Castello, a dimostrazione che Lischetti è apprezzato: sarà il suo essere schivo, antidivo per eccellenza; sarà che le sue opere affascinano gli amanti di questo genere ‘astratto’. La mostra, curata da Patrizia Di Modugno (che ieri ha fatto gli onori di casa), voluta dall’Associazione GaEle di M.Elena Danelli e Gaetano Blaiotta, con il patrocinio del Comune di Varese (presente l’assessore alla Cultura Enzo R. Laforgia), è stata presentata anche dal critico Luigi Cavadini. Buz Baz: chi è costui? Un burattinaio afgano, una figura mitica che ha ispirato Lischetti. “Siamo tutti burattinai ma insieme burattini” ha detto fra l’altro l’artista, non certo a suo agio nel dialogo con il pubblico. Impietoso il suo giudizio sulla nostra società, un teatrino tragicomico. Fra le sue ultime opere in mostra, gli specchi, perché “lo specchio è nato per riflettere la nostra esteriorità, ma non ci sono specchi per il nostro mondo interiore.”

 


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